Il bambino scambiato

genni (12/05/2020) - Voto: 3/5
Non sempre la prima lettura di un libro rende giustizia alla fatica che lo scrittore ha fatto nel condensare tutta una sua verità nelle pagine del testo, né tantomeno ci permette di sviscerare completamente i contenuti. E in questo libro di contenuti e di verità ce ne sono molte, spunti di riflessione poi tantissimi e non sempre è facile seguirli e approfondirli perché la trama non è lineare, né segue un ordine prestabilito. Non si tratta di seguire dei flash back o di leggere delle prolessi quanto di immergersi un continuo flusso di coscienza, di scarti di memoria. Non è dunque né un diario, una favola, un’ autobiografia, anche se in tutti i personaggi della vicenda si rispecchia la famiglia dello scrittore.Lui stesso in Kogito, il figlio Akari disabile ma esperto di musica, la moglie Chikaski ,sorella dell’amico più caro,Goro, il regista, il cui suicidio scatena questa ricerca introspettiva, questo dialogo con il passato, con la morte. Di sicuro c’è sullo sfondo un Giappone del dopoguerra, cambiato nella società e nei singoli, c’è una riflessione accurata e dolorosa tra quello che si è, quello che fu e quello che sarà. Non è facile staccare la spina dalla lettura, a questo continuo flusso di pensieri che non riesce a stendersi nella linearità di un racconto. Si giunge alla fine un po’ stremati, soprattutto per lo sforzo di avere sotto controllo i fili della trama; alla fine però ti accorgi che questo bilancio della vita non si può fare perché lo scandaglio del ricordo, del rimpianto, dei segreti, lo stringere i fili tra la vita e la morte sono troppo profondi e spesso velleitari. Penso che vada data all’opera un’altra chance di lettura!
ru (17/06/2013) - Voto: 2/5
Scritto bene, è scritto bene, ma è pesante come un macigno!