La voce. I casi dell'ispettore Erlendur Sveinsson. Vol. 3

MARCO (20/01/2024) - Voto: 4/5
Quarto libro che leggo di questo autore che cerco sempre quando ho voglia di un bel romanzo nordico. Come altri anche questo mi è piaciuto molto soprattutto per la trama che si svolge tutta all'interno di un hotel di lusso con i personaggi che si alternano tra la camera dove si stabilisce l'ispettore Erlendur, la hall, le cucine e il seminterrato dove è stato commesso l'omicidio. Stupenda la scena dell'ispettore che esce dall'albergo la vigilia di Natale a braccetto con la figlia tossica accompagnato dalla musica del bambino che fu lo sfortunato portiere trovato morto. Avanti il prossimo.
martyiandoli (08/07/2021) - Voto: 5/5
A pochi giorni dal Natale, in uno dei più grandi hotel di Reykjavik, il portiere, con indosso gli abiti di Babbo Natale per intrattenere i piccoli ospiti della struttura, viene trovato assassinato. Da circa vent'anni viveva in un umilissimo scantinato dell'hotel ma l'agente di Polizia Erlendur resta colpito dall'indifferenza dimostrata dai colleghi per la vittima. Una debole traccia per la soluzione del caso viene fornita da un ospite dell'albergo, volato in Islanda per acquistare copie rarissime e preziose di due LP, registrati con la voce angelica di un bambino prodigio di tanti anni fa. E' un avvincente poliziesco con pochissima azione ma dotata di un potente ritmo riflessivo, che crea tragici paralleli fra la storia della vittima e il fallimento nell'educazione dei figli da parte dell'agente Erlendur. Eppure la narrazione procede spedita, coinvolgente, non scevra di un certo humour, regalando personaggi di spessore e un finale a sorpresa che allinea vincitori e sconfitti della vita sullo sfondo di una Reykjavik alquanto evocativa.
Isa (09/12/2015) - Voto: 5/5
Sono sempre piu' convinta che le indagini e le vicissittudini personali dell'agente Erlendur meritino di essere seguite!
io (11/06/2013) - Voto: 3/5
Questo mi ha un po' deluso. Dopo i primi due mi aspettavo chissà cosa, e anche se la storia della persona uccisa ricostruita lentamente durante l'indagine ha un notevole spessore, la risoluzione non mi ha convinto del tutto, forse troppo banale. Restano riflessioni sul personaggio, bambino divo poi rapidamente scordato da tutti, e gli effetti collaterali sulla sua psiche. Fa riflettere...
silvia (05/06/2011) - Voto: 3/5
E' il secondo libro che leggo di questo autore nordico, incuriosita dal taglio pscicolgico dei suoi gialli sottolineato da recensioni lette. Mentalmente l'ho paragonato alla Fossum, di cui ho letto praticamente tutto. Indridason non mi ha deluso: le trame sono molto aticolate, ma si seguono con facilità, sono originali, i finali impensabili quasi sino alle ultime pagine, i personaggi analizzati introspettivamente, come pure lo stesso commissario. Penso che la Fossum abbia però una marcia in più nel descrivere la pscicologia delle sue creature, nel sottolinearne l'umanità anche in situazioni oggettivamente sgradevoli. Si sente che ama i suoi personaggi e cerca di capirli con grande rispetto. Forse perchè è una donna?