Questo corpo mortale

stefyg (08/07/2021) - Voto: 5/5
Per chi non avesse mai letto E. George, partite per questo viaggio, vi darà una gioia infinita! I suoi gialli sono costruiti minuziosamente e non c'è nessuna approssimazione nelle sue storie. L'ambientazione è affascinante, la Londra di Scotland Yard, la Londra aristocratica, i castelli della Scozia, indimenticabile il romanzo ambientato su un'isola nel canale della Manica. E i suoi protagonisti di sempre dei quali seguiamo la vita, romanzo dopo romanzo, per questo sarebbe bene leggerli in ordine cronologico, il visconte Thomas Linley, diventato ispettore di polizia, Barbara, e poi Helen, Simon, Deborah, Cotter, Denton, Nkata..scrivo così, a mente, perchè diventano parte del tuo mondo, sono persone più che personaggi perché nel tempo, libro dopo libro, hai imparato a conoscerli, sai cosa pensano e come reagiranno. Quando una scrittrice riesce a fare questo, non conta in quale casella vuoi sistemarla, giallista?, ma sì fate pure, è di fatto una grandissima scrittrice.
Laura (29/06/2015) - Voto: 4/5
Thomas Lynley torna ad affiancare la propria squadra investigativa come spalla del nuovo sovrintendente, Isabelle Ardery, una donna dura, poco incline ad accettare consigli, con grossi problemi con la bottiglia. Il personaggio è urticante e risulta incomprensibile il fascino che esercita sul redidivo Lynley. I due sono affiancati dalla galleria di comprimari, a cui ci ha abituato la George: Barbara Havers, qui alle prese con improbabile e poco riuscito cambio di look; i suoi vicini di casa, Hadiyyah e il padre Taymullah; Nkata; il patologo Simon St. James e la moglie Deborah. Come in tutti i romanzi della George il delitto da risolvere è spesso una scusa per poter analizzare l'animo umano, cogliendone grettezze e fragilità. Qui la trama gialla, però, funziona e i fuori pista sono ricondotti con maestria alla soluzione finale. Il libro è intervallato dalla ricostruzione di un tragico fatto, realmente accaduto, del rapimento di un bambino di tre anni ad opera di altri "bimbi" poco più grandi di lui. Con un'amara constatazione: per chi commette qualcosa di inimmaginabile non vi è possibilità di redenzione, né speranza di una nuova vita.
Silvia (12/10/2013) - Voto: 4/5
bello...personaggi ben delineati e caratterizzati...l'unico problema è la lunghezza eccessiva che impedisce a questo libro di essere uno di quei thriller che fai fatica a smettere di leggere...
Brunella (10/11/2012) - Voto: 1/5
Ho letto altri romanzi della George e non è che mi siano mai piaciuti in maniera esagerata ma questo è di una noia mortale. Quello che ha raccontato in più di 600 pagine poteva farlo con la metà. Prolisso, confuso, per nulla coinvolgente. Mentre lo leggevo gli sbadigli erano talmente tanti che non sono riuscita a finirlo. Con me la George ha chiuso.
Ragnetto (16/05/2012) - Voto: 5/5
Ho letto tutti i romanzi della George, sono una grande fan di Linley e co. e ho trovato quest'ultimo romanzo davvero bello e avvincente, tra i migliori della serie. Naturalmente il personaggio di Isabelle è semplicemente odioso e temo che ce la ritroveremo tra i piedi anche in futuro.... Per quanto riguarda il racconto dell'omicidio del bambino, a parte il fatto che è essenziale per capire alcune cose fondamentali della storia, vorrei ricordare che qui la George scrive una vicenda inventata, sì, ma perfettamente ricalcata su un episodio realmente accaduto nel 1993 in Inghilterra: il piccolo James Bulgur torturato e ucciso da due bambini di 10 anni, Jon Venables e Robert Thompson (che sono pure citati alla fine del libro). La scrittrice si è ispirata a qualcosa di davvero terribile, ma avvenuto sul serio. E rifletterci sopra è d'obbligo, anche perché io sono convinta che se mio figlio (11 anni)commette qualche reato grave, in galera ci dovrei andare io, non lui.....o quanto meno io insieme a lui. Dove diavolo è andata a finire la responsabilità genitoriale al giorno d'oggi?