Figlie del mare

Isa (01/11/2018) - Voto: 5/5
"Emi non aveva mai caputo in che mondo vivesse la figlia. Cosi' come YoonHui non avrebbe potuto capire i segreti che la madre non le aveva mai rivelato. Emi non conosceva abbastanza parole per spiegarle un'intera vita di silenzio, ma non poteva piu' raccontarle altre bugie."
Petrus35 (18/10/2018) - Voto: 4/5
Una vicenda agghiacciante, degna dei migliori scrittori di thriller. Purtroppo la vicenda é vera ed il Giappone ha fatto di tutto per nasconderla. Si dice di solito che la guerra é guerra e che nessuna nazione può andare orgogliosa di ciò che i propri soldati hanno fatto sulle popolazioni inermi. La storia si ripete sempre e sempre si ripeterà. Basta leggere il giornale sui fatti della Siria e dell'Isis. Questa é una storia vera anche se con personaggi fittizi. Tremenda e commovente. L'autrice ha avuto molto coraggio a scriverla. Da non perdere.
mikagriffy (24/09/2018) - Voto: 4/5
Il racconto di due donne si snoda in continua alternanza tra presente e passato per rievocare un'infanzia rubata dalla guerra e dare voce alle vittime la cui esistenza fu ignorata fino al 1991. Kim Hak-sun fu la prima a parlare delle comfort women alla conferenza di Tokyo, denunciando l'esercito giapponese per le migliaia di ragazze rapite e stuprate, registrate come "generi di prima necessità" per "tenere alto il morale" dei soldati. Una storia immaginata dà voce a molteplici situazioni reali. Nel 2011, data di edizione del romanzo, ben poche erano le sopravvissute ancora in vita per parlarne. Ricco di note storiche e bibliografiche alla fine del racconto, "Figlie del mare" è una lettura scorrevole che ha per protagoniste due sorelle. 1943 - Hana, una fiera Haenyeo sedicenne dell'Isola di Jeju, per salvare la sua sorellina segue volontariamente un soldato giapponese che la assegnerà a una casa di piacere per l'esercito in Manciuria. 2011 - Emiko ormai anziana continua a partecipare alle manifestazioni del mercoledì a Seoul per scoprire la verità sulla sorella scomparsa. E' una halmoni (nonna) che non ha mai raccontato nulla ai suoi figli per il rimorso e la vergogna. L'autrice le farà dono di poter trovare pace e comprensione in modo inaspettato. Da questo duplice diario emerge una storia drammatica, per far riflettere sugli orrori e i crimini della guerra, affrontare le responsabilità come uomini e come Nazioni, per tenere vivo il ricordo dei cari perduti o che hanno sofferto e aiutare a sopportarlo. Una memoria dalle pagine di intensa delicatezza emotiva attraverso lo sguardo innocente di due ragazzine costrette a crescere troppo presto.
Lena (23/09/2018) - Voto: 3/5
Arrabbiarsi e piangere leggendo questo libro credo sia la condizione più ovvia. La storia narrata, ispirata agli eventi reali di quegli anni, è assolutamente tremenda e, da donna, è impossibile non immedesimarsi anche solo per un secondo ed immaginare quell'orrore. Come sempre, le donne vivono uno scotto degli anni di guerra peggiore dei soldati. Concordo su chi lo dichiara un libro commerciale, perché neanche a me è piaciuto particolarmente lo stile, ma merita in ogni caso.
Ron (23/09/2018) - Voto: 2/5
I casi editoriali mi spaventano, perché molto spesso nascondono la marchetta del momento. Questo libro è stato molto pubblicizzato, ma più che altro mi ha colpito il tema, a me completamente sconosciuto. Devo dire che, sebbene tratti di argomenti difficili, il libro non va oltre il racconto in sé, restando nell'ambito di una letteratura commerciale che non mi garba affatto e che non reputo opportuna, dato il tema.