Cuore nero

Stefano (15/05/2024) - Voto: 5/5
Ho trovato davvero potente e a tratti commovente l'incontro delle due solitudini - quella di Emilio e quella di Bruno, alle quali potremmo aggiungere anche quella di Riccardo. Oggi mi capita sempre più di rado di leggere un romanzo capace di commuovere. Molti sono interessanti, molti brillanti e magari coinvolgenti, ma quelli capaci di commuoverti dentro sono davvero rari. Questo è uno di quelli e rappresenta secondo me il momento della piena maturità artistica di Silvia Avallone che seguo fin dai tempi di Acciaio. Il racconto è spesso duro ma sempre coinvolgente e tocca tanti temi spesso trascurati: il dolore, il perdono, la solitudine, l'amicizia, l'amore capace di superare tutto il male che ha spinto un'adolescente problematica e immatura a spezzare la vita di una sua coetanea. Si sente dire spesso che il carcere deve correggere e dare una seconda possibilità: questo è il caso. Emilia dopo il male ha incontrato il bene rappresentato dalle sue insegnanti, dalla meravigliosa figura di suo padre e infine da Bruno e da Basilio che l'accolgono nelle loro vite e, nel caso di Bruno, riescono ad accettarla - dopo un momento di assoluto, categorico rifiuto - per quella che è ora e l'aiutano a riemergere dal fango, le fanno scoprire la grandezza del perdono e le offrono l'opportunità di vivere finalmente e pienamente la sua ancor giovane vita. Qualcuno dei lettori ha storto il naso per certi passaggi linguistici a suo dire inopportuni: mi permetto solo di osservare che la storia non è certo ambientata nel convento delle Orsoline...
Bruno Izzo (13/05/2024) - Voto: 4/5
Questo è un romanzo duro e forte, letteralmente di acciaio, che non è un metallo ma una lega minerale; acciaio come quello che a suo tempo donò buona notorietà all’autrice, in verità alquanto ben meritata. Raccontano di sé ragazze, giovanissime, adolescenti, o appena maggiorenni, che per i casi della vita si portano dentro l’inferno. L’inferno ha tante facce, è un fuoco perenne, quindi ha tinte diverse e calore differente, può solo scottarti o carbonizzarti del tutto, dipende da dove sei situato, le lingue di fuoco hanno le sembianze fluttuanti di abusi, di pedofilia, di incesti, di sfruttamento di ogni tipo, di lutti materni mai metabolizzati, di bullismo, di indifferenza familiare e sociale. Tutte cose che avvenute ad una certa età pesano, è sempre l’adolescenza che decide chi sei. Senza adatti strumenti ed artigiani che ti insegnano ad usarli, non puoi lavorare la pietra, meno che mai l’acciaio, in sintesi allora il male che subisci ti appare sempre molto più grave di quello che fai. Servono mirabili ingegneri, usi a forgiare l’acciaio in strumenti, trarne anziché lame per ferire, utensili degni di insigni artisti. I veri protagonisti di questo romanzo restano sempre sullo sfondo, senza mai apparire, sono gli umili fabbri, maestri costruttori che rispondono ai nomi della dottoressa Gilda Pavulli in arte Frau Direktorin, delle educatrici Sara, Rita, Vilma, la Pandolfi, perché l’unica vera risposta è l’amore. L’amore è la cura, il solo che lascia traccia, che innalza vertiginosamente la temperatura di un pezzo freddo di acciaio, portandolo al punto di fusione, rendendolo incandescente, forgiandolo a forma di cuore, rosso come l’amore e non nero, così come è giusto che sia.
Angelica55 (03/05/2024) - Voto: 4/5
Una storia possibile , triste ma bella per il riscatto finale . Certo non tutti i minorenni in carcere riescono poi a raggiungere delle mete , studiare , trovare una strada per il "dopo" Molto brava la scrittrice , si percepisce che si è documentata abbastanza sulla vita nelle carceri . la seconda parte è davvero bella!!!!
Kikka (28/04/2024) - Voto: 5/5
Libro molto bello, consiglio la lettura. Mi ha fatto riflettere, mettendomi nei panni di chi commette un errore e chi lo subisce. Stupendo.
luciano (08/04/2024) - Voto: 4/5
Una brava scrittrice, una scrittura fluida, una lettura piacevole, coinvolgente che scorre veloce. Un feuilleton, ma a me, di tanto intanto, piace leggere romanzi del genere e questo mi è piaciuto molto.