Sarah (01/07/2021) - Voto: 2/5

Sopravvalutato, trama poco originale: famiglie borghesi con problemi comuni, psicoterapia, divorzi, un insano rapporto padre-figlia, tradimenti e partite di tennis. Mancanza di originalità che la costruzione del romanzo, con salti temporali e qualche lettera che si alterna alla prosa, non riesce a supplire. Non giova il fatto che si a tratti didascalico nè la presenza di qualche parentesi decisamente troppo lunga

silvia (30/06/2021) - Voto: 2/5

"Il Colibrì” è un romanzo sconclusionato, anche se devo riconoscergli il merito di avermi fatto tornare il gusto di leggere. L'impianto narrativo è in equilibrio precario, perde definitivamente quota nell’ultima parte, straripante di retorica stucchevole. Agili frasi brillanti, sparse in una trama poco verosimile, attraversata da salti cronologici non funzionali al suo sviluppo. Il ritratto aneddotico di una borghesia opulenta e annoiata è privo di spessore, nonostante alcuni scorci in cui la messa a fuoco sembra indugiare qualche secondo in più. Persino Il personaggio della sorella Irene, pur nella sua centralità, è inconsistente, le cause che la portano ad agire non sono nemmeno velatamente approfondite. La moglie del protagonista è una figurina ritagliata e appiccicata lì tanto per dare un tocco esotico a cui viene aggiunta una spolverata abbondante di lutti e disgrazie varie.

Annare (23/06/2021) - Voto: 4/5

Difficile poter descrivere la scrittura di Veronesi, con questo libro riconferma la sua penna straodinaria. Per evitare paragoni, sconsiglio di leggerlo subito dopo aver letto Caos Calmo. Potrebbe non reggere il confronto

Roberta (12/06/2021) - Voto: 1/5

Come definire la cifra stilistica scelta da Veronesi?.... un tentativo fallito per mancanza di mezzi. Non è dato a tutti distinguersi per stile e se non si è in grado è meglio non tentare. Peccato, risultato è banalmente fastidioso.

joerokocoko (31/05/2021) - Voto: 4/5

Coinvolgente ritratto di una esistenza insolita, dolorosa e autosabotante; un solo passaggio a vuoto, verso la fine (meglio il passato del futuro insomma), il resto sono mille emozioni e palpitazioni. Comprensibilmente pluripremiato.