La banda Sacco

Filippo Giordano (12/02/2023) - Voto: 5/5
Questo è uno dei libri storici di Andrea Camilleri che non riguardano la serie del Commissario Montalbano bensì alcune vicende minori della crono storia siciliana compresa nel periodo fra il 1860 e la fine della seconda guerra mondiale. Scritto col solito stile denso di simpatici intercalari linguistici che affondano nell’antico linguaggio popolare dialettale siciliano, tratta temi storico politici circoscritti, tuttavia interessanti poiché servono ad ampliare il raggio di conoscenze storiche dell’epoca. La vicenda della “banda Sacco” è esemplare in tal senso in quanto mette in relazione le connivenze fra locali gerarchi fascisti e mafiosi al servizio degli agrari che spadroneggiavano nei territori di paesi e città. In quel di Raffadali, centro agricolo dell’agrigentino, negli anni venti del 900, la famiglia di onesti agricoltori socialisti, che nel corso di diversi lustri era riuscita ad affrancarsi dalla miseria a forza di duro e incessante lavoro del padre e dei 5 figli maschi, con l’avvento del fascismo comincia a subire minacce e attentati da parte di fascisti e mafiosi, tanto da indurli a reagire, dopo avere ripetute volte inutilmente denunciato alle forze dell’ordine le angherie. Costretti alla latitanza per avere osato ribellarsi, la banda Sacco, in vero solo una famiglia di coraggiosi ribelli alle ingiustizie, venne segnalata al famoso Prefetto Cesare Mori, il quale, in virtù dei suoi poteri speciali, con l’ausilio di duecento agenti, riuscì a catturarli, così compiacendo mafiosi e fascisti del luogo. A seguito di processo, con l’ausilio di false testimonianze assoldate dai potentati del luogo, la famiglia Sacco venne condannata all’ergastolo, girando numerose sedi carcerarie d’Italia conoscendo, fra gli altri, Antonio Gramsci. Paradossalmente appellata “banda” dal Prefetto Mori, la famiglia Sacco ottenne la Grazia del presidente della Repubblica solo negli anni ’60, a seguito dell’interessamento al caso del senatore Umberto Terracini.
Philo (31/05/2021) - Voto: 3/5
libro che analizza le vicende dei fratelli sacco ingiustamente perseguiti da mafia e da prefetti. vicenda vera ambientata a cavallo tra 800 e 900 in Sicilia. leggibile ma non entusiasmante.
LEOPOLDO ROMAN (21/10/2020) - Voto: 3/5
Non è un romanzo, ma una storia vera, che Camilleri ha semplicemente, riportato alla ribalta per riabilitare una onesta e laboriosa famiglia siciliana, che durante il fascismo è stata vittima di un’allucinante persecuzione da parte delle istituzioni. I fratelli Sacco hanno commesso l’errore di mettersi contro la mafia per non cedere ai suoi ricatti, diventando con il passare del tempo loro stessi i delinquenti da perseguire. Anche la solidarietà e la copertura da parte del popolo, all’inizio quasi totale, è venuta scemando tanto che il loro arresto è stato determinato da una soffiata di amici. Per fortuna che i fratelli Sacco nelle carceri hanno avuto la fortuna di conoscere politici della levatura di Gramsci e Terracini che, una volta caduto il fascismo, una mano gliela hanno data per ottenere la grazia, ma soprattutto la riabilitazione. Uno dei protagonisti di questa vicenda è anche il “prefetto di ferro” Cesare Mori, mandato in Sicilia dal duce con i pieni poteri per sradicare la mafia, ma in realtà con l’obiettivo di piegare quei pochi sussulti socialisti, che per i signorotti locali, ammanicati con i mafiosi, rappresentavano il vero pericolo del cambiamento che temevano.
Elena (11/08/2019) - Voto: 5/5
Questo libro potrebbe intitolarsi l'anomalia dell'onestà La storia di una famiglia umile che migliora la propria condizione attraverso l'onesto lavoro senza negare aiuto a chi ne ha più bisogno.La libertà morale prima che fisica della famiglia Sacco li spinge a non cedere alle intimidazioni della mafia di Raffadali,che in ogni modo tenta di eliminarli perché costituiscono un anomalia,un pessimo esempio essendosi rifiutati di piegarsi allo strapotere mafioso.Purtroppo e paradossalmente un nemico sarà costituito anche dallo stato italiano, che incapace di proteggere dalla criminalità mafiosa ne acquisisce i metodi e vi si allea per eliminare i Sacco, creando il pretestuoso mito della banda di briganti.Un libricino molto scorrevole e coinvolgente che non può esimersi dal trasmettere al lettore una forte indignazione per aver descritto e descrivere, in parte tutt'oggi, un paese incapace di proteggere onesti e laboriosi cittadini da sanguinari criminali che costituiscono un cancro all'interno del paese stesso con metastasi nella politica.
Giueppe1940 (20/10/2018) - Voto: 5/5
Solo alla fine della lettura del racconto si scopre che non si tratta di un romanzo ma di storia e come al danno della mafia si aggiunga la corruzione e l'imbecillità dei politici che devono farsi belli agli occhi del capo del governo. E' scritto dal maestro Camilleri, certamente il miglior narratore contemporaneo malgrado l'età avanzata e gli acciacchi.