Il regno

Z (13/03/2022) - Voto: 4/5
Mattoncino sulle prime comunità cristiane, dagli apostoli a San Paolo, da San Giovanni a San Luca. Controverso, ben documentato, interessante.
Allen W. Beat (06/02/2021) - Voto: 4/5
Il Regno, o potrei anche per fantasia personale intitolare, Atti secondo Emmanuel con un sottotitolo, l'origine del cristianismo pensati da un intellettuale francese. Non è un errore di battitura cristianismo, e non parlerei di cristianesimo, perché ritengo venga trattato come argomento un'ulteriore ideologia umana per dare un senso definito alla nostra strana e improbabile vita casuale. In questo libro, lungo, appassionato, personalissimo (considerando che l'autore si è convertito al cristianismo e successivamente ha abbandonato ufficialmente l'adesione alla religione istituzionale della Chiesa ma non spezzando mai il proprio legame con il Cristo, o così sembrerebbe), pieno di riflessioni argute e sfiziose, supposizioni e invenzioni da romanziere, citazioni storiche che passano dal rapporto conflittuale tra Lenin e Troskji agli epigrammi di Marziale fino alle satire di Giovenale, o al divertente (soprattutto per il libro in questione) amore espresso per la pornografia e il video di automasturbazione della moretta da rivedere infinite volte. La struttura del libro è aperta da una autobiografia (che fa conoscere anche la figura interessantissima di Hervé). Successivamente tratta le figure di Paolo-Saulo e Luca, discepolo di Paolo. La stesura delle lettere paoline, i primi vangeli, la fonte Q(uelle), le fonti proprie, i vangeli apocrifi, insomma tanti argomenti ripensati durante la conversione e dopo la conversione. La buona fede espressa e dichiarata ci dà il tono del volume. Impegnativo ma scorrevole. Per chi crede, un buon libro per riflettere. Per chi non crede, un possibile libro per capirci qualcosa nel caos di una religione. Per chi non ha interesse sull'argomento, lasciate perdere, anche se non saprete mai nulla della moretta. Peccato.
v.b (14/05/2020) - Voto: 5/5
Un bell'approccio razionale al periodo in cui si formò il Nuovo Testamento. Un tentativo riuscito, un romanzo che in modo distaccato e piacevole, rilegge a modo proprio (e in gran parte corretto) le vicende dei primi cristiani in attesa del ritorno del Risorto. Da leggere, anche per un agnostico.
Donato Tisi (11/05/2020) - Voto: 5/5
Romanzo biografico eccezionale. Un viaggio nella religiosità di un uomo con tutti i suoi dubbi, il suo ego e le sue dolci fragilità senza scadere nel dogmatismo e/o nella cieca e stupida adesione ad un credo. Appassionante come un thriller, tenero come una confessione, dolce come una storia d'amore sebbene rappresenti, alla fine, il racconto di una conversione mancata(?)! Il miglior Carrere a mio parere.
Lorenzo (22/01/2020) - Voto: 3/5
428 pagine degne probabilmente di miglior causa. Non si discute la bravura di Carrère quale scrittore, tuttavia la prima parte del libro è intrisa di un narcisismo esasperato: l'autore si compiace della sua intelligenza e si guarda troppo l'ombelico. Certe espressioni sono crude e al limite della volgarità. Un po' storico e un po' romanziere, Carrère commette anche lui, come tanti scrittori che si sono cimentati in argomenti religiosi, l'errore di voler spiegare razionalmente argomenti di fede. Una contraddizione, un ossimoro. Lui è un laico "di ritorno", ex agnostico, poi convertito, poi di nuovo agnostico ma con una punta di acrimonia velenosa: che si decida chi e cosa vuol essere!