Il fondo della bottiglia

GIANCARLO (03/03/2023) - Voto: 5/5
ROMANZO DI ECCELLENTE NARRAZIONE, RILETTO. UNA TRAMA CHE NON TI CONCEDE PAUSE NELLA LETTURA. DA NON PERDERE.
massimo (17/08/2022) - Voto: 3/5
L'aria d'America non fa bene a Simenon, che resta qualitativamente inferiore nei suoi lavori a quelli europei. Comunqie fra grandi, grandissime sbronze e fantasmi del passato, il romanzo scorre velocemente lasciandocsi dietro una scia d'alcool.
Nunzia (09/07/2021) - Voto: 5/5
Tra tutti i romanzi neri di Georges Simenon questo è sicuramente il più duro. Un romanzo amaro con una storia amara: due fratelli che sconvolgono le proprie vite senza riuscire a sentirsi uniti. Uno scappato di prigione e l’altro che ha tagliato i ponti con la sua famiglia cambiando persino il suo nome. Si arriva ad odiare i personaggi di questa storia. Romanzo intenso con un'ambientazione cupa.
Emsocrates (12/05/2020) - Voto: 5/5
Romanzo "americano" di Simenon. Ottimo l'incipit, buono il racconto dell'evoluzione del rapporto tra i due fratelli protagonisti, finale teso.
Towandaaa (21/10/2019) - Voto: 5/5
Non so se sia mai stato teorizzato prima, e non ho certo la pretesa ascientifica di farlo io, ma se mi si passasse la licenza direi che questo romanzo disseziona un tema che non avevo mai incontrato nelle mie letture e che istintivamente sono portata a definire come il complesso del fratello del figliol prodigo. La capacità di fine indagine psicologica di cui Simenon è maestro sottopone all’attenzione del lettore il coacervo di sentimenti e pulsioni che si scatenano in un uomo che si è fatto da sé e che ha sempre tenuto una condotta onesta e morigerata quando le circostanze lo pongono improvvisamente a stretto contatto con il fratello evaso dal penitenziario che invece ha vissuto una vita non certo specchiata e con il quale non aveva a lungo avuto rapporti. A ciò si aggiunga uno dei topoi più classici della narrativa, quello della camera chiusa, qui declinato nella sua dimensione spaziale più estesa: non una piccola isola che veda i collegamenti interrotti da una burrasca marina, non un castello di montagna bloccato da una imponente nevicata, ma una valle i cui pochi benestanti residenti siano bloccati dalla piena di un fiume che li separa dal resto della cittadina, fenomeno ricorrente che ormai sono abituati ad affrontare con riunioni e banchetti ora nell’una ora nell’altra residenza, ma che in questa circostanza svolge un ruolo di cassa di risonanza amplificando il crescendo della tensione psicologica e ampliandolo alle comparse che ruotano attorno ai due protagonisti. Una lettura intensa, coinvolgente anche per chi non si sia mai trovato nei panni di nessuno dei protagonisti della celebre parabola evangelica, poiché il demone dell’egoismo nelle sue varie sfaccettature fa comunque parte dell’essere umano, ne condiziona spesso le vicende, ne determina altrettanto spesso le miserie.