Il coraggio della signora maestra ovvero, Storia partigiana di ordinario eroismo

Lilli (28/12/2023) - Voto: 5/5
Emozionante!!! Pensare che alcuni eventi sono reali! Pensare che quel coraggio, quella solidarietà, quella modestia siano reali e siano state vissute mi ha fatto davvero emozionare. Grazie all’autore per aver condiviso questi ricordi
Patrizia (05/08/2023) - Voto: 4/5
Leggere Bistolfi è come ritrovare un amico: la leggerezza con cui vengono trattati argomenti delicati, l'ironia calibrata, la prosa semplice ed accattivante. Anche in questo caso le signorine Devoto contribuiscono a sciogliere un enigma che ha le sue radici nei lontani anni della seconda guerra mondiale e delle incursioni partigiane. Protagonista la maestra Vittoria, ex partigiana in possesso di un segreto che potrebbe causarle qualche problema di troppo: un personaggio che incarna il prototipo della persona comune che non si aspetta lodi nè ringraziamenti per il suo coraggio ma che sente di aver semplicemente fatto il suo dovere in un momento difficile. Il tutto condito dalla irresistibile simpatia delle tre vecchiette terribili, della loro indescrivibile domestica e di tutti quei personaggi di contorno che animano la piccola comunità di Via Privata Vassallo.
Piero Canale (21/01/2022) - Voto: 3/5
Dispiace essere critici e severi contro il romanzo di Renzo Bistolfi, Il coraggio della signora maestra. La storia racconta le vicende della maestra Vittoria, negli anni della Resistenza staffetta partigiana. La storia si dipana su due linee temporali: gli anni ’40 e gli anni ’60. Le vicende degli anni ’40 si ripresentano con una strana coincidenza molti anni dopo, risolvendo un sepolto mistero relativo a traditori e infiltrati tra partigiani e repubblichini. Nonostante i riferimenti a fatti realmente accaduti e a personaggi realmente esistiti, nonostante l’importanza di raccontare ancora oggi i fatti accaduti in quei tremendi anni tra il ’43 e il ’45, il romanzo non regge nella sua costruzione, nella sua scrittura e nei dialoghi. L’inutile ricorso a parole ricercate di un certo registro linguistico “aulico” e alcune inverosimiglianze nella costruzione dei dialoghi rendono stucchevole in alcuni casi la lettura. Anche la scelta di alternare due linee temporali diverse all’interno del racconto non è sempre una scelta azzeccata, proprio a causa di una scrittura monotono che rende il romanzo piatto. Inoltre, sono state sacrificate alcune pagine importanti che avrebbero più profondo il messaggio, mentre è stato dato molto spazio ad alcune lunghe descrizioni e l’ingombrante presenza di dettagli inutili.
Mimmo (22/03/2021) - Voto: 5/5
L’ autore, classe 1954, fa subito presumere che l’ ambientazione nel periodo resistenziale affondi le radici in storie tramandatesi nella sua Genova, così martoriata in quegli anni. A volte sembra d’ imbattersi in un eccesso di fantasia, con conseguente dubbia attendibilità delle “vicende storiche” richiamate. Nella nota finale l’ autore svela che la sua fonte è il padre, testimone diretto, attestando la veridicità di alcune vicende, proprio quelle sembratemi più fantastiche. Lettura molto scorrevole, anche avvincente, da consigliarsi, visto che rappresenta senz’ altro un ennesimo tassello della nostra epica, popolare e corale storia di liberazione.
Flora (15/05/2020) - Voto: 5/5
Un altro bel romanzo dello scrittore Bistolfi , a metà tra storia di Resistenza e giallo ,risolto dalle simpatiche signorine Devoto. Tre arzille sorelle che , con il loro spirito di osservazione e meticolose riflessioni, riescono a risolvere casi intricati .Una lettura scorrevole e avvincente.