Operazione sale e pepe. Squadra speciale Minestrina in brodo

sinona proietti (11/01/2020) - Voto: 1/5
Gli ingredienti per un semi poliziesco spassoso sembravano esserci tutti, ma la scrittura non decolla mai. Descrioni indecise, prolisse e ripetitive; totale assenza di picchi umoristici. É stato un viaggio piatto.
Attilio Alessandro Bollini (11/11/2019) - Voto: 5/5
Non amo i romanzi in cui i protagonisti sono i maturi, generalmente presi in giro e o immersi in situazioni ridicole e o paradossali..... ma questo bel libro di Centazzo esula dal cliché vecchi rimbambiti e si legge piacevolmente e con la giusta dose di humor. In alcune situazioni io mi ci specchio, con il sorriso e la serenità. Non conoscevo questo Scrittore e lo trovo piacevole e molto garbato. Bella lettura!
manuela (07/10/2019) - Voto: 5/5
È il secondo libro che leggo e anche questa volta mi sono divertita. Scorrevole, vivace con quel pizzico di "giallo", mi ha portato a finirlo in due serate.
Antonella'66 (20/09/2019) - Voto: 5/5
Libro leggero e divertente. Da leggere sotto l'ombrellone, per trascorrere qualche ora spensierata!!
Claudio (21/08/2018) - Voto: 5/5
Roberto Centazzo scrive Operazione sale e pepe, il terzo episodio della Squadra Speciale Minestrina in brodo, dopo appunto il primo episodio dal titolo omonimo, e il secondo dal titolo Operazione Portofino. Tale squadra opera a Genova, salvo fortuite trasferte, in questo caso a Firenze e in Costa Azzurra, ed è formata da tre baldanzosi “giovanotti”, dal soprannome ironico di Maalox, Kukident, e Semolino. Sono tre uomini, ex poliziotti in pensione, che nostalgici del loro vecchio lavoro, non si rassegnano ad un tranquillo pensionamento. Quattro sono i casi per cui si richiede il loro intervento. Tre sono furti domestici, perpetrati secondo modalità classiche: ragazzine che adescano anziani, donne che si fingono impiegate del gas, della società elettrica, dell’Inps, classiche situazioni. Il quarto caso è differente: un furto di sandali effettuato ripetutamente, nello stesso modus operandi, sullo stesso tipo di calzatura, degli zatteroni estivi; tuttavia, a conferma di un realismo del testo che pervade la serie gialla di Centazzo, che anche in questo caso, è volutamente ironico all’inizio, e acquista una sfumatura amara al termine. Ma c’è anche una quinta storia, la più vissuta dai uno dei tre amici, Santoro, perché coinvolge una donna anziana, madre di un amico dello stesso, che frequentava la sua stessa casa. La vicenda di questa donna, Amalia, vedova ottantenne, si profila come una storia autonoma nel romanzo. Lei è fragile, triste, sola, diventa una preda scontata per una predatrice senza scrupoli. E Santoro, spinto da sentimenti contrastanti che vanno dalla rabbia al rimorso e anche un po’ dall’eco lontano di un giovanile innamoramento della figlia della stessa donna, si impegna nell’indagine con tutto se stesso. Alle capacità personali dei tre fa gioco di squadra le competenze delle moderne tecnologie fornite da Boero, consulente esterno, esperto informatico ed elettronico. Così la soluzione non può che essere raggiunta.