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Canale Mussolini. Parte prima
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miromiro
(03/07/2011) -
Voto: 5/5
Bellissimo libro che traccia la storia dell'Italia del '900 attaverso le vicende della famiglia Peruzzi, mezzadri "cispadani" costretti poi ad emigrare nell' Agropontino. L'ascesa e caduta del fascismo, il coinvolgimento dell' Italia nelle due guerre e la sua partecipazione alle campagne africane vengono raccontati , come di rado succede, dal punto di vista di chi ha creduto e partecipato attivamente all'esperienza del Fascismo. L'autore spiega bene le grandi aspettative e l'entusiasmo che il Fascismo aveva saputo suscitare tra i contadini dell'epoca, come anche poi le cocenti delusioni. Altro aspetto che mi ha molto affascinato è la minuziosa descizione della bonifica delle paludi dell'Agopontino, e la loro successiva colonizzazione da parte di contadini ferraresi, veneti e friulani ridotti in miseria. Libro istruttivo, scorrevole e ben scritto, ho apprezzato la capacita' di Pennacchi di muoversi con tanta disinvoltura attraverso i diversi avvenimenti storici. Rimango veramente molto sorpresa da chi lo ha definito "noioso", io l'ho divorato in pochi giorni. Voto :5/5
greta
(25/06/2011) -
Voto: 5/5
Il lettore non è mai contento, stavo leggendo alcune recensioni negative su questo bellissimo libro e leggo che non è la storia che non è piaciuta e nemmeno la scrittura, ma gli aneddoti che lo scrittore ha messo nella trama. Ora, io non se la capacità di leggere un libro e di comprenderne il senso è di pochi, ma il fatto che questo testo è basato sul racconto e sui ricordi e che quindi gli aneddoti ci stanno a pennello, dovrebbe essere lampante anche al più ostico lettore, comunque sia questo premio Strega è meritato con lode. Pennacchi ha costruito la trama con personaggi inventati (ma che potrebbero essere benissimo veri) messi nel contesto storico della bonifica dell' Agro Pontino, una saga famigliare quindi, che narra di una famiglia del nord, fascista e affamata che scende per salvarsi dalla fame e dalla miseria. Grande racconto, preciso e mirato storicamente e ironico e diretto nel linguaggio. Scrittura fluida e personaggi delineati in modo perfetto. Consigliato, mi ha fatto ricredere sullo Strega?.e non è poco.
Roberto C.
(13/06/2011) -
Voto: 4/5
La Storia della prima metà del secolo scorso vista dall'angolazione del ceto sociale più basso, quello del popolo contadino. Versione a mio avviso quanto mai verosimile e veritiera, secondo quanto ho potuto apprendere per esperienza diretta dai racconti di quel periodo trasmessimi dai miei genitori. In particolare ho trovato molto appropriata la descrizione di alcuni episodi della storia locale, compreso alcuni con protagonista il giovane Mussolini, per illustrare il contesto storico e per motivarne gli eventi che portarono dapprima all'avvento del fascismo, poi al proprio consolidamento, al culmine del consenso e della popolarità, e poi alla fase di declino culminato con lo sfacelo e con la tragedia del secondo conflitto mondiale al fianco dell'alleato nazista. Molto azzeccata la scelta di utilizzare ricorrentemente il dialetto veneto nei dialoghi tra i vari protagonisti, scelta oltremodo divertente in alcuni casi nei quali i protagonisti dei dialoghi non sono neppure veneti. In definitiva una lettura piacevole, scorrevole e consigliabile a tutti, in particolare agli appassionati di storia del XX° secolo.
francesco
(04/06/2011) -
Voto: 5/5
E' incredibile il numero di recensioni negative che ho letto a proposito di Canale Mussolini. A me è piaciuto da impazzire, concordo con chi lo definisce 'un grande romanzo popolare' nel senso più nobile del termine. L'ho trovato avvincente fin dalla prima pagina e pur riscontrando qua e là qualche calo di tensione narrativa ne sono rimasto affascinato. Conoscevo a malapena la vicenda dei cispadani in Agro Pontino e devo ringraziare Pennacchi per averla raccontata con così tanto trasporto Talmente bene che avrei voglia di visitare quei luoghi e non è detto che prima o poi mi cerchi un bell'agriturismo da quelle parti. Ps: non qui ma in altri topic ho trovato critiche politiche al romanzo: lasciamo perdere, una volta tanto, e lo dice uno che vota a sinistra e ha amato Novecento di Bertolucci.
non è qualunquismo, specie per una famiglia di contadini.
Fabio Marchioni
(31/05/2011) -
Voto: 4/5
Un bel libro, probabilmente destinato a durare più di una stagione. L' idea e gli escamotage letterari, dalla formula del racconto orale agli evidenti richiami al " realismo magico" stile Garzia Marquez, probabilmente non sono originalissimi ma il complesso degli elementi produce una buona musica. Impreziosisce il tutto lo sfondo storico estremamente curato nel particolare di ogni personaggio citato. Stupisce anche la conoscenza del mondo agricolo della prima metà del novecento e il trasporto che ha giudato l' autore nella stesura del romanzo. Leggere dell' agro pontino mi ha riportato con la mente alla mia infanzia a tratti trascorsa in un' altra pianura bonificata dall' ingegno Italico, la maremma toscana.
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