Il carnefice. Ediz. speciale

Luca Piazzi (06/09/2011) - Voto: 5/5
Chi, come me, e' un avido lettore, ha un punto di vista tanto aperto sui diversi libri che la letteratura ci offre quanto critico quando un libro non "prende". Questo lavoro di Francesca Bertuzzi e' per me un capolavoro. Un noir tutto italiano, una storia ben congegnata, personaggi tanto vividi da sembrare reali. Uno stile crudo e al tempo stesso non privo di immagini poetiche o ad ampio respiro, colpi di scena, mai scontato, bello, vivo. Duro come i migliori noir sanno essere, si lascia divorare come stuzzichini invitanti per una persona a digiuno. Una lettura consigliatissima, un grande libro. Bello, bello, bello.
John (06/09/2011) - Voto: 4/5
E' il primo thriller che leggo e trovo che sia stato molto bello. I personaggi sono ben caratterizzati, non ci si può non affezionare e la trama ha la giusta tensione. Consigliato!
Nicola81 (05/09/2011) - Voto: 3/5
Come esordio non è affatto male, ma dopo aver letto i commenti entusiastici di chi mi ha preceduto mi sarei aspettato qualcosa di più. L'incipit è folgorante, poi il libro un pò cala pur mantenendosi sempre al di sopra della sufficienza...almeno prima del finale, a mio avviso poco verosimile e un pò troppo frettoloso. Comunque la Bertuzzi ha del talento, e lo dimostra nel linguaggio e nella capacità di scavare a fondo nei personaggi. Se son rose fioriranno, come si suol dire...
Giuseppe Brera (31/07/2011) - Voto: 1/5
Non sono d'accordo con tutti i giudizi positivi. Storia e personaggi appena delineati, nessuno elemento nuovo nella tecnica narrativa piuttosto semplice ed elementare, finale scontatissimo. Sembra più un racconto per ragazzi. Mi aspettavo molto di più. Ho letto libri di autori agli esordi ben più di spessore
spinola (30/07/2011) - Voto: 3/5
Per l'uso del linguaggio, per la descrizione dei personaggi, insieme marginali e "quotidiani", per la forza dell'esordio, per la capacità di descrivere una provincia, e non solo, "malata" meriterebbe di più, ma si perde in un finale inverosimile, pulp e un po' incongruo che lascia un sospetto: bisognava pur finire, e questo era il modo più semplice per arrivare a "quel" finale... Comunque sicuramente da leggere, perché è un esordio promettente, ma soprattutto perché ci introduce senza fronzoli nell'Italia di oggi.