Norwegian wood. Tokyo blues

Maurizio Ricci (11/07/2020) - Voto: 1/5
Una delusione. Un protagonista insulso che lega solo con personaggi quantomeno strani, dai comportamenti irrazionali al limite del ridicolo. Unica consolazione: come già mi è capitato con "Il Dio del fiume" di Wilbur Smith mi è bastato leggere "Tokyo Blues" (questo è il titolo della mia edizione) per rendermi conto che da questo Autore posso continuare a stare tranquillamente alla larga.
Marta (12/05/2020) - Voto: 4/5
Siamo di fronte ad un racconto autobiografico dell’autore. È una storia forte ma apparentemente semplice. Vi sono stati d’animo costanti che emergono sia dalle parole ma soprattutto dalle immagini ricreate attraverso le ambientazioni. È un libro da non sottovalutare.
Nicoletta (03/08/2019) - Voto: 4/5
Impalpabile, contraddittorio, forte e delicato, rude e gentile, oscuro e chiaro. L’atmosfera di questo romanzo è coinvolgente ed avvincente nonostante l’apparente distacco con cui l’autore racconta le vicende della sua gioventù, della delicata transizione tra adolescenza e maturità. Dalle pagine emerge prepotentemente la differenza tra cultura occidentale e orientale, dove il rispetto per l’altro non è esclusivamente un modo di dire, ma profondamente radicato nell’animo umano. Eppure l’attenzione per i sentimenti, le esigenze, i desideri altrui non sono sufficienti a garantire la voglia di vivere dell’individuo. Così, la maturazione di Tōru acquista la connotazione di una lotta per l’esistenza ed il percorso verso il mondo degli adulti, disseminato dagli episodi nefasti dei suicidi dei suoi amici, diventa un tragitto verso l’inevitabile morte fisica congiunta alla morte dell’animo. I sentimenti, allora, si stemperano, perdono la violenza e l’immediatezza della gioventù per consentire all’adulto di sopravvivere al dolore. La narrazione, che talvolta procede in presa diretta, non è mai banale e fine a sé stessa. Le descrizioni sono accurate fin nei minimi dettagli, pur somigliando alla pittura impressionista dove il particolare è percepibile dall’occhio umano, solo se osservato a distanza. Distanza che consente al lettore di non immedesimarsi troppo calandosi nella sofferenza dei protagonisti di carta.
Elasia (08/03/2019) - Voto: 4/5
Con questo libro ho scoperto Murakami, di cui credo che leggerò anche altro. La storia conquista poco a poco, perciò consiglio di non arrendersi dopo le prime pagine ma andare avanti, anche se all'inizio può non colpire subito. La cultura orientale ha le sue particolarità, nei temi trattati e nel modo di scrivere, perciò, soprattutto se si approccia per la prima volta il mondo del Giappone, si può fare fatica ad assumere determinati punti di vista o capire i comportamenti dei personaggi, perché probabilmente uno scrittore occidentale avrebbe avuto tutt'altro modo di raccontare questa storia. Questa forse è la ragione per cui può non convincere alcuni lettori. Tutti gli altri, credo, lo ameranno. Consigliato!
Ai (06/03/2019) - Voto: 5/5
Bellissimo libro. Scrittura delicata e sognante, nostalgica, intrigante, provocatoria. La bellezza di questo libro non sta in quello che dice, ma nel modo in cui lo dice. Lo stile di Murakami mi ha rapito e mi ha stregato. Ho adorato ogni singola parola che ha scritto, ogni singola virgola e pausa. Il suo modo di vedere le cose è trasmesso in questo libro e leggerlo è come affacciarsi ad una finestra invisibile e scoprire un paesaggio segreto.