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L' estate fredda
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LAURA
(04/03/2019) -
Voto: 1/5
Soporifero. Metà libro dedicato a verbali di interrogatorio su crimini che nulla hanno a che vedere con quelli del giallo in oggetto. I personaggi potrebbero essere delineati meglio e ispessiti. Alla fine la soluzione risulta persino banale.
Michele Lucivero
(04/02/2019) -
Voto: 4/5
Il 1992 è un anno particolare e delicato per ambientare un romanzo: gli attentati a Falcone e Borsellino dominano la scena e costituiscono la cornice inevitabile per un poliziesco sulla criminalità organizzata, foss’anche quella pugliese, meno rinomata, ma non meno feroce delle altre. A Bari, poi, nel 1992 si discute ancora sui responsabili, i mandanti e i moventi del rogo al Teatro Petruzzelli, avvenuto l’anno prima tra lo sgomento della popolazione e delle istituzioni. Nella sua carriera da pubblico ministero antimafia, Carofiglio ne ha incontrati parecchi di criminali incalliti, pentiti scaltri, carabinieri corrotti e vittime prescelte, tutti personaggi che compongono la platea dei protagonisti dei suoi romanzi, compreso questo, che si muovono tra colpi di scena e profonde riflessioni teoriche sul valore convenzionale e talvolta asettico del linguaggio, sull’etica del criminale, ammesso e non concesso che un criminale possa permettersi di accedere ad un complesso morale che faccia riferimento ad una ponderata riflessione su ciò che è bene e ciò che è male. Carofiglio si conferma un ottimo narratore, capace anche di trasportare e far immedesimare empaticamente il lettore con i personaggi in preda ai dilemmi che devono far rispettare la legge all’interno di quella che egli definisce la zona grigia tra la legalità e l’illegalità, soprattutto quando questa situazione di prefigura come necessaria in vista del raggiungimento di un obiettivo giudicato superiore.
Aldo
(13/11/2018) -
Voto: 5/5
Letto in un fiato. Mi ha portato alla mente molti ricordi di quel terribile periodo. Durissimo, ma veramente bello.
Francesco
(03/10/2018) -
Voto: 2/5
Altro libro di Carofiglio, e altra piccola delusione. Un libro scorrevole di facile lettura che ci illumina su scenari di mafia, polizia e corruzione dell’italia degli anni 90. Non un romanzo ma quasi una cronologia su alcuni “giorni di fuoco” in quel di Bari. Finale un po’ scarno di emozioni. É il quinto libro che leggo di Carofiglio e al momento pensò anche l’ultimo.
viola
(23/09/2018) -
Voto: 4/5
Le stragi di Capaci e di Via D'Amelio incorniciano l'estate fredda 1992 in cui il mondo della criminalità si fa protagonista di questo romanzo scritto dal bravissimo Carofiglio. Emerge la figura del maresciallo Pietro Fenoglio, uomo d'onore che ha dimenticato le sfumature della vita ed ha cominciato a pensare che esistono solo i buoni o solo i cattivi. Il romanzo tratta di una realtà purtroppo ancora attuale.
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