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L' estate fredda
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Paola
(22/09/2018) -
Voto: 3/5
Quest’opera recupera alcune prove nel recente meno felici. Attraverso la precisa ricostruzione delle fasi procedurali di un’indagine su un rapimento finito male, Carofiglio tratteggia sia gli ambienti malavitosi pugliesi, raccontandone addirittura la genesi, sia la sua città, Bari, nei primi anni novanta. Molto riuscito anche il colpo di scena finale e la figura dell’investigatore che, nella sua manifesta e consapevole antipatia, sembra fornire una pari giustificazione allo scrittore stesso.
Lara
(21/09/2018) -
Voto: 4/5
Giallo che tratta la situazione italiana del 1992 a Bari, libro scorrevole e piacevole nonostante il tema. Il maresciallo Fenoglio merita la sua chance sia come persona intellettuale che come uomo.
Ciro D'Onofrio
(16/06/2018) -
Voto: 4/5
L’estate fredda è un giallo molto italiano in cui si incrociano brillantemente la storia raccontata da Carofiglio e quanto sta accadendo in Italia in quel momento, la tragica primavera-estate del 1992. Un romanzo avvincente, semplice e crudele che ci conduce nell’orrore della criminalità organizzata,spietata ed inarrestabile, ma che al tempo stesso mescola le carte tra i buoni ed i cattivi sotto la lente di Pietro Fenoglio, maresciallo dignitoso e malinconico che si aggira in una Bari bella e sfacciata e soprattutto in un’estate che non è estate. Nulla è come sembra e la verità è molto più amara e così Carofiglio con una scrittura precisa e mai noiosa ed omaggiando Gadda consegna al lettore un profondo messaggio antimafia.
Anna
(16/10/2017) -
Voto: 5/5
Ho letto altri romanzi di Carofiglio, ma considero L'estate fredda una vera e propria svolta. Da gialli ben congegnati, ben scritti, ma comunque inseriti nel filone del giallo italiano di buon livello, con questo romanzo è riuscito a coniugare in modo perfetto realtà e fiction. Le pagine dei verbali, al contrario del giudizio di alcuni lettori, le considero straordinarie. Il linguaggio scarno, freddo e burocratico rende molto più drammatica l'esposizione dei fatti di quanto farebbe una scrittura a effetto. Esprime efficacemente il concetto di banalità del male, tanto per citare la grande Anna Arendt. L'ho letto d'un fiato e mi ha lasciato molto. E' una di quelle opere che rileggerò con più calma, cosa che mi capita raramente.
Pino
(26/09/2017) -
Voto: 4/5
Sorprendente. La parte dei verbali è parte essenziale se si vuole entrare nello spirito della storia. Storia di indagini italiane e non americane come purtroppo ci siamo abituati a leggere nei romanzi.
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