The Game

Steva (04/04/2019) - Voto: 4/5
Il mio primo libro di Baricco. Devo dire che l'autore riesce ad instaurare un rapporto molto diretto e piacevole con il lettore. Il libro è ben scritto, anche se a tratti ripetitivo nei numerosi riferimenti alle milestones di quella che viene denominata "Rivoluzione Digitale". Molto originali alcune argomentazioni relative alle cause che hanno portato a questo cambiamento epocale di fine '900. Geniale la postura del game: Uomo/tastiera/schermo. Consigliato a che vuole avere un'infarinatura delle tappe fondamentali che hanno portato alla società digitale odierna. Gli addetti ai lavori ovviamente storceranno un po' il naso poichè, molto probabilmente, al posto delle numerose ripetizioni avrebbero gradito maggiori approfondimenti di argomenti solo citati o addirittura mai trattati nel testo.
Cretinetti 70 (21/03/2019) - Voto: 1/5
Opinabile e discutibile
cristina (19/03/2019) - Voto: 4/5
Baricco si legge sempre con piacere anche quando scrive saggi. In questo caso però credo sia stato troppo lungo e ripetitivo. Avrebbe potuto snellire le pagine (ed evitare tutte quelle mappe, troppe!) e il testo ne avrebbe giovato. Molti spunti di riflessione sono illuminanti, mi sarebbe piaciuto però che le sue idee personali venissero espresse più esplicitamente. Al prossimo libro!
Gianluca (13/03/2019) - Voto: 5/5
Una guida indispensabile per capire il mondo contemporaneo, forse per capire un po' anche di noi.
giova (11/03/2019) - Voto: 5/5
“il modo migliore per disfarsi di un sacerdote è mettere tutti in grado di compiere miracoli.” Questo esergo di Alessandro Baricco nel suo ultimo lavoro "The Game", ci delinea il percorso che intraprendiamo con la lettura di questo libro. ,L'autore prova a spiegare l'impatto delle nuove tecnologie su chiunque non sia di ultimissima generazione! Lo fa, certamente, a modo suo, da laureato in filosofia, conducendo il lettore per mano, nella sua disamina degli ultimi venticinque anni! Elenca i "macro-avvenimenti" tecnologici, i cosiddetti spartiacque tra passato e futuro, delinea una mappa del nostro nuovo "reale", da lui definito "oltremondo", dove sembrerebbero trionfare superficialità e libertà; sembrerebbero, appunto, in quanto quello teorizzato e voluto dai pionieri di questo universo, ha dovuto fare i conti con deviazioni e correzioni che hanno modificato il disegno originario. Si tratta,insomma, di una puntuale critica al troppo ingenuo ottimismo tecnologico