La città dei vivi

Matteo (29/08/2024) - Voto: 4/5
Reportage giornalistico sulla scia del famosissimo Cold Blood di Capote, incentrato su un omicidio inquietante e morboso, con la scrittura delicata e curiosa di Lagioia. Due solitudini che si incontrano, il principe del jet-set gay romano, dalla vita apparentemente perfetta ma in realtà rotto dentro, e un ragazzo borghese, cafone arricchito, figlio sottostimato e senza particolari prospettive e sogni. Il loro incontro fa scoccare la scintilla di una miccia sepolta e culmina in un brutale weekend degli orrori. Morboso il giusto, il libro ti fa scendere nei meandri delle loro psiche malate, senza trascendere mai nella pornografia del dolore.
Giancarlo (23/05/2024) - Voto: 5/5
La cronaca di una storia vera e tragica, dai fatti al processo. Una storia angosciante, giovani benestanti che compiono cose atroci. Una Roma in rovina, l'apparenza è ciò che conta, tutto ha un prezzo.
Libri Senza Gloria - blog pop nerd (31/07/2023) - Voto: 4/5
"La città dei vivi" (Einaudi, 2020) racconta il caso di cronaca più efferato degli ultimi anni. Nel marzo 2016, in un anonimo appartamento della periferia romana, due ragazzi di buona famiglia, Manuel Foffo e Marco Prato, seviziano per ore un ragazzo più giovane, Luca Varani, portandolo a una morte lenta e terribile: tre persone, tre famiglie di diversa estrazione. Un gesto insensato che segna anche l'intero mondo che li circonda. L'autore del libro, Nicola Lagioia, fa tesoro di "A sangue freddo" e riparte dal principio: intervista i protagonisti e dà spazio a molteplici punti di vista, raccoglie documenti e testimonianze, incontra i genitori di Luca Varani, intrattiene un carteggio con uno dei due colpevoli. Il coro greco odierno è affidato alle voci e ai post su Facebook degli amici o dei semplici conoscenti. L'indagine è intervallata agli episodi di finzione che coinvolgono un turista olandese che attraversa la città eterna, così sporca e così ladra, in un momento in cui non ha un sindaco ma ben due papi. Non è un giallo in cui conta scoprire chi è il colpevole, qui si cerca un senso più alto. Del caso mediatico sono noti tutti i dettagli, qui riportati con una suggestiva prosa romanzesca, arricchita dalla costruzione di dialoghi verosimili e che lo rende accessibile a tutti. Sulla scorta del miglior Carrère, da questa indagine emerge una disamina della natura umana: dall'istinto di sopraffazione alla colpa del delitto, alle conseguenze delle scelte fatte dal libero arbitrio. Ma anche su un tempo fatto di confusione sessuale e disuguaglianze, vuoti di identità e smarrimento...
Teta (05/04/2023) - Voto: 5/5
Sullo sfondo descrittivo di una Roma eterna, divina e in rovina, l'autore analizza l'animo umano attraverso il filtro di un fatto di cronaca atroce ed inspiegabile. Non è mai scontato, mai patetico mai tragico ma sempre in ricerca. Ho trovato questa lettura davvero interessante e irrinunciabile. Romanzo ma anche reportage dettagliato su un omicidio orrendo e senza movente. Lagioia conduce il lettore a riflettere sul libero arbitrio, le pulsioni, il giudizio sui fatti con un visione aperta, attiva e mai pregiudiziosa. Assolutamente consigliato.
VERONICA (01/02/2023) - Voto: 5/5
E' un pugno nello stomaco. Una volta finita la lettura ci si ripensa per giorni. A tratti bisogna fermarsi, riprendere fiato. E' un libro che racconta un fatto di cronaca realmente accaduto attraverso il punto di vista di tutti i protagonisti della vicenda. Fa male, fa riflettere, fa paura a tratti, perchè è la banalità del male a pungere dentro. Non si narra di personaggi dalla vita straordinaria, sono persone ordinarie, come tante. In alcuni momenti pensi di leggere un romanzo, non può essere vero, ti dici, ma quel fatto è accaduto e poteva accadere a tutti. Nicola Lagioia ha fatto un lavoro straordinario di indagine dell'animo umano.