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La città dei vivi
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Alessia
(18/10/2021) -
Voto: 4/5
Da togliere il fiato
Nic
(14/09/2021) -
Voto: 2/5
Dal clamore suscitato avevo grandissime aspettative rimaste purtroppo deluse. Nel ricostruire il terribile delitto, il libro tralascia considerazioni di più ampio respiro per soffermarsi sulla presunta ricostruzione della vita e della psiche dei protagonisti, con una certa dovizia di dettagli puramente voyeuristici e spesso di cattivo gusto. Arrivata a metà non riuscivo più a proseguire, con tutte quelle interviste di gente di cui si racconta vita, morte e miracoli non si sa bene a che pro. Consigliato agli appassionati di cronaca nera italiana, per il resto è un libro che non dice molto.
Margy
(27/08/2021) -
Voto: 5/5
Ho conosciuto Lagioia tramite questo libro che mi ha rapito dalle prime pagine! Nonostante la descrizione della storia vera di un crimine efferato, l autore riesce a rendere magnetica la storia grazie anche allo stile narrativo accattivante. E sullo sfondo una Roma decadente e corrotta ma dal!a quale non ci si riesce mai del tutto ad affrancarsi. Mi ha colpito molto il racconto di alcune vite distrutte nonostante genitori colti e benestanti (per esempio Alex Tiburtina nato da padre ingegnere plurilaureato ma costretto ad una vita di stenti) Avrei voluto che il libro non finisse mai! Consigliatissimo!
Vivi
(16/08/2021) -
Voto: 5/5
Ti fa entrare letteralmente nella cronaca nera di quegli anni.
Emina
(18/07/2021) -
Voto: 5/5
"La città dei vivi" non è un libro che si legge, letteralmente si divora. Nicola Lagioia ti coinvolge nel suo racconto e ti rende partecipe di un efferato delitto, di cui quasi riesci a sentire l'odore del sangue. In un mondo in cui siamo ormai abituati alla spettacolarizzazione del dolore da parte dei media, un mondo in cui i social ci consentono con eccessiva facilità a recuperare informazioni e contenuti audiovisivi, ecco che ti ritrovi rovesciato in una realtà che per molti di noi (e me, in primis ) appare così lontana ed estranea ed invece è proprio lì, dietro l'angolo. Non nego che a volte ho sentito il bisogno di chiudere, di prendermi il tempo necessario per andare avanti perché la crudeltà, la disperazione, la morbosità dei dettagli, l'insensatezza del male procurato e provato ti vengono sbattute in faccia e quasi ti disorientano. Ma è questione di attimi, perché ormai è una vera e propria OSSESSIONE.
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