La città dei vivi

Giovanni (09/07/2021) - Voto: 5/5
Temevo la morbosità dell'argomento, e per alcuni tratti sono stato tentato di lasciar perdere. Ma è un viaggio dentro il male, che è reale e vivido.
Annamaria (09/07/2021) - Voto: 5/5
“Era il fondo del pozzo a risalire impetuoso verso chi si sporgeva per guardarci dentro”, dice Nicola Lagioia. Lui ha scelto di sporgersi, di scavare, di non chiudere gli occhi di fronte al nulla per provare a fare luce. Nel suo romanzo, che più che a un’inchiesta somiglia a una tragedia greca, l’autore lo ripete più e più volte: non mostri ma esseri umani, all’occorrenza buoni e cattivi, spesso fragili, magari piegati dal peso delle frustrazioni che ci trasciniamo dietro. “Tutti temiamo di vestire i panni della vittima. Ma quale ostacolo emotivo dobbiamo superare per immaginare di poter essere noi, un giorno, a vestire i panni del carnefice?”.
andre (09/07/2021) - Voto: 4/5
Lagioia ricostruisce con dovizia di particolari un caso di cronaca particolarmente sconvolgente. La narrazione è molto coinvolgente e il rapporto che si istituisce tra scrittore e protagonisti è interessante ma non ai livelli de L'avversario di Carrere
Nadia (09/07/2021) - Voto: 4/5
Non conoscevo il fatto di cronaca, ne sono rimasta molto colpita. Scritto molto bene.
ferliegram (09/07/2021) - Voto: 4/5
Reportage accuratissimo ma il caso di cronaca non mi ha mai attirato molto per l’insensatezza dei fatti compiuti dai carnefici. Lagioia fa un grande lavoro di ricerca e rielaborazione delle fonti dando vita a un’opera policromatica e ben strutturata. Consigliato? Si per lo stile dell’autore un po’ meno per la vicenda in sé che non è così particolare da renderlo un “page turner”. Va dato merito inoltre all’autore di non aver sguazzato sui fatti più cruenti dimostrando che non era nel suo interesse soddisfare le pruriginose curiosità dei pettegoli rispettando il dolore delle famiglie coinvolte.