Terre selvagge (VINTAGE)

Anto (08/08/2020) - Voto: 3/5
Si tratta di un romanzo storico ambientato nel 101 a. C. nei Campi Raudii, dove si tenne lo scontro definitivo tra il popolo dei Cimbri e i Romani. I Cimbri, provenienti dalla Scandinavia, avevano attraversato tutta l'Europa, sostenuti anche dall'alleanza con Teutoni ed Ambroni, ed erano giunti al cospetto del monte Ros, monte sacro per i Galli, alla ricerca di una sorta di terra promessa in cui stabilirsi definitivamente. Erano un popolo di guerrieri molto forti, ma poco organizzati nelle tattiche militari, eppure erano stati in grado di sconfiggere l'esercito romano, arrecando loro un numero grandioso di perdite. Ed era per questo che, Caio Mario, l'uomo nuovo, aveva convinto il Senato di Roma ad integrare l'esercito con servi ed italici. Caio Mario, ricostituito l'esercito, era deciso ad annientare i Cimbri e a riconfermare la potenza di Roma. Si diresse, quindi, verso i Campi Raudii, l'attuale Piemonte, per ottenere il suo obiettivo. La zona era allora paludosa e selvaggia, poco adatta ai Cimbri, i quali erano abituati ai climi più freddi. L'impresa per i Romani non fu semplice e la lotta durò 4 giorni interi, procurando vittime da entrambe le parti. I Cimbri furono annientati e le donne si occuparono di uccidere gli ultimi superstiti, i propri figli e loro stesse, contribuendo così all'annientamento totale del proprio popolo. In questo contesto, Vassalli racconta anche la storia del fabbro Tasgezio e di Sigrun, figlia di uno dei più valorosi capi tribù dei Cimbri, che scampano alla morte perché destinati dai loro rispettivi dei ad una vita comune. Il libro è istruttivo perché tenta di ricostruire un episodio cruciale della storia antica, smascherando le bugie del resoconto di Silla, acerrimo nemico di Caio Mario e accompagnando il lettore in quei luoghi desolati con le descrizioni dettagliate dei paesaggi e degli insediamenti militari. L'ho trovato, però, un po' troppo ripetitivo poco centrato sui giovani protagonisti.
S_amara (01/03/2020) - Voto: 5/5
Assolutamente uno dei miei preferiti libri di Sebastiano Vassalli, nel quale ho apprezzato in particolare lo sviluppo narrativo molto più articolato rispetto ad altri lavori più datati, come ad esempio "La chimera" o "La notte della cometa", nei quali la voce narrante sembra più quella di uno storico. Piacevolissima lettura.
gianfranco (18/07/2019) - Voto: 5/5
Un bel libro, ideale per chi è appassionato di storia antica e vuole farsi una lettura piacevole, secondo la logica del romanzo storico. Bello l'intreccio tra i grandi eventi (guerra tra Cimbri e Romani) e le piccole vicende degli uomini che hanno assistito da attori secondari.
pai_mei (20/02/2019) - Voto: 5/5
Splendido. Avevo già apprezzato l'abilità di Vassalli ne La Chimera.\nUn autore che vale la pena scoprire e Riscoprire più volte
C. Matar (30/11/2018) - Voto: 4/5
Sebastiano Vassalli, da efficacissimo giornalista quale era, si avventura in una di quelle esposizioni che oggi si andrebbero a collocare tra il documentario ricostruttivo e lo sceneggiato televisivo; come, per esempio, avviene spesso nei documentari storici della BBC. Il risultato, al netto di talune ripetizioni (nient’altro che un piccolo spreco di pagine), è eccellente e ribadisce, qualora ce ne fosse il bisogno, la bontà del prodotto di rivisitazione storica, anche romanzata, tradotto in prosa dai tanti bravi autori nostrani che vi si cimentano. In questo caso con tanta suggestione, ricchezza di immagini, e ricostruzioni plausibili nonostante la scarsità di testimonianze realmente affidabili; basti pensare che la fine dello scontro tra Romani e Cimbri è datato 101 AC. Il libro non è però sicuramente da annoverare fra i migliori lavori di Vassalli. C. Matar