Il bordo vertiginoso delle cose

valeria (17/05/2020) - Voto: 5/5
Carofiglio schiude scrigni segreti col grimaldello dell'emotività, riapre ferite apparentemente cauterizzate portando in superficie il pus delle debolezze umane, che sono le nostre, le mie. Lo fa con un linguaggio semplice, di tutti i giorni, scrivendo come scriverei io se fossi capace di scrivere. Non sarà il suo miglior romanzo (ma è questioni di gusti, e il gusto è sacro perché nessuno può condizionarlo con la forza), tuttavia diverte, commuove, incuriosisce, indigna, disarma, fortifica. Ed io, che come uomo, e come ogni uomo, sono misura di tutte le cose, ne valuto l'opera come ottima prova di narrazione, alla pari del suo precedente Il silenzio dell'onda. Simile, ma non per questo ripetitivo, nella costruzione di due storie in parallelo, che non essendo “rette”, si incontrano eccome!
Giada (16/05/2020) - Voto: 4/5
Carofiglio è uno di quegli autori i cui racconti spesso parlano di te, di chi legge, anche se a sprazzi. Questo è uno di quei racconti. La scrittura è sempre coinvolgente, la descrizione della città te la fa vivere anche se non è la tua. Manca un po' di suspence, ma è sempre piacevole leggere l'autore barese.
Anna (14/05/2020) - Voto: 5/5
Mi piace molto il suo stile; le storie che racconta, la sua scrittura agevole, accessibile e sempre misurata. Peccato che abbia smesso di fare il magistrato avrebbe garantito misura, equilibrio, e serenità di giudizio. Per nostra fortuna, però, abbiamo guadagnato uno scrittore con le stesse caratteristiche che può aiutarci a comprendere un'altra parte della nostra realtà, e, contemporaneamente, fare capire lo spirito obbiettivo animare, sempre, un operatore della giustizia. Consiglio vivamente la lettura di questo autore.
Sara (13/05/2020) - Voto: 5/5
Romanzo sorprendente, riesce a catturare l'attenzione del lettore pagina dopo pagina.
Laura (04/04/2019) - Voto: 2/5
I patimenti adolescenziali mixati con quelli di un adulto mai cresciuto. Indeciso sempre e comunque, se non nell’ ossessione depressiva. Un uomo che si lascia trascinare più che vivere, senza nessuna vera scelta di vita, di lavoro, di amore. Narciso in realtà, innamorato solo di quel se stesso ragazzino. Finale inconcludente, che forse vorrebbe essere di speranza, come se la vita potesse ricominciare da quei 16 anni oramai lontani. Carofiglio ha forse oramai abbandonato del tutto il giallo per dedicarsi all'intimistica.