Al Dio sconosciuto

Erika (13/05/2024) - Voto: 5/5
Steinbeck tradotto da Montale: due Nobel in un romanzo che è assolutamente riduttivo definire un capolavoro. In poche centinaia di pagine è racchiusa la perfezione narrativa, la poesia piú sublime. Dopo aver a lungo ripercorso i romanzi letti e amati negli ultimi decenni, posso considerare Al Dio sconosciuto il romanzo della mia età adulta. A Valentino Bompiani spero possa giungere il mio piú profondo grazie.
Carla (31/03/2021) - Voto: 5/5
Tanta poesia: una natura predominante e protagonista assoluta, descritta con vivida passione, tanto da restare ammaliati! È incredibile la forza del linguaggio che Steinbeck usa in questa intensissima opera, così ricco e variopinto. Non so se questo dipenda interamente da lui o in parte dalla traduzione di Montale, ma la bellezza di queste pagine è travolgente, la storia, come sempre, una lenta, feroce stretta allo stomaco. Superbo!
Sere_camp (31/12/2019) - Voto: 5/5
Joseph fa sua la benedizione del padre e parte per possedere una terra tutta sua in California. (Siamo vicini alla Valle del Salinas, che vuol dire "casa" per i lettori di questo superlativo Premio Nobel). J. vi si stabilisce, coltiva e alleva, costruisce la propria casa, accoglie i fratelli quando lo raggiungono dopo la morte del padre, prende moglie e diventa a sua volta padre. Più di tutto teme una cosa: la siccità. Perché lui è la terra stessa. E quando l'albero di quercia muore, l'albero attorno al quale ha costruito tutto e al quale ha confidato i suoi più reconditi pensieri, qualcos'altro intorno a lui comincia a morire. Una storia epica, una famiglia che ruota attorno alla figura di un uomo mitico, un semidio forse. Il tutto immerso nelle splendide immagine che la penna di Steinbeck ci regala.
Antonio Di Giorgio (10/10/2017) - Voto: 4/5
L'opera è sicuramente inferiore ai massimi capolavori di Steinbeck (Furore e Uomini e topi sono inarrivabili). Siccome però stiamo parlando di uno dei più grandi narratori del Novecento, anche le opere di "seconda fascia" sono di assoluta eccellenza. Preciso che definirle di "seconda fascia" è quasi impudente, poiché ho l'impressione che il 90% degli scrittori pagherebbe per avere scritto opere come Pian della tortilla, Vicolo Cannery o, appunto, Al Dio sconosciuto. Non vi è molto da aggiungere alla descrizione dell'opera contenuta nel sito. Quello che va rimarcato è il pathos che affiora ricorrente in molte pagine dell'opera e che rende l'atmosfera epica ... la descrizione parla non a caso di "terra promessa" perché questo "sacerdote-colono" ricorda a tratti la figura di Abramo, del patriarca che non esita (esiterebbe) a sacrificare il figlio Isacco per tutelare la Terra che, nel suo caso, (e qui cessa la similitudine con la Genesi) non gli è stata "promessa", ma di cui egli si è impadronito, nonostante tutto e tutti ... andando incontro al proprio destino ...
giuseppe risoli (02/12/2016) - Voto: 5/5
dopo la recensione della s? Serena, con il consiglio della s? Anna lo leggerò.