Malanima

liberi leggendo blog (26/06/2025) - Voto: 4/5
Mia è un'adolescente nata e cresciuta su un’isola che potrebbe essere una qualunque del Mediterraneo, ma che diventa, pagina dopo pagina, il simbolo universale di tutte le origini. Da bambina, Mia ha imparato che le scelte – restare o partire – definiscono chi sei. L’ha visto nelle vite parallele della madre Teresa, profondamente legata alla terra e alle sue radici, e della zia Nietta, che ha scelto la fuga verso un altrove che prometteva possibilità. Due modi opposti di affrontare la stessa nostalgia: quella di chi resta e quella di chi se ne va. L’equilibrio fragile di Mia viene spezzato dall’arrivo di Marina, ragazza di città che porta con sé un magnetismo difficile da decifrare. Marina non si comporta come una turista stagionale: è schiva, altera, ma anche misteriosamente vulnerabile. La sua presenza scuote non solo l’ordine delle cose tra Mia e il suo gruppo di amici, ma riapre ferite antiche legate al passato delle madri, Teresa e Lia, legate da un’amicizia profonda e da un trauma che continua a pulsare sotto la superficie. Rosita Manuguerra tesse una narrazione densa e poetica, che alterna il presente al ricordo, l’adolescenza all’eredità emotiva delle madri. Malanima è un romanzo corale dove ogni personaggio – Mia, Marina, Teresa, Lia – porta il peso delle scelte non fatte, dei silenzi mai spezzati, delle colpe che si trasmettono come un eco. Malanima è una riflessione dolceamara sulla crescita, sulle radici che trattengono e sul coraggio di sciogliersi dai legami senza per questo smettere di amarli. È un romanzo che resta dentro, come il profumo della salsedine nei vestiti asciugati al sole, o come certe estati che sembrano non finire mai, nemmeno quando il calendario dice il contrario. Consigliato a chi cerca storie vere, emotivamente complesse, e ha voglia di perdersi in una narrazione che parla al cuore prima ancora che alla mente.
Lori (24/06/2025) - Voto: 3/5
Scritto bene, mi ha fatto ricordare un romanzo di Bosco ( L'enfant et la rivière). Tuttavia la storia mi è sembrata noiosetta
Paola g (17/06/2025) - Voto: 3/5
Sicuramente l isola è la vera protagonista del romanzo ma per il resto si tratta di un romanzo di formazione senza particolari slanci. I misteri del passato non sono così sconvolgenti e vengono svelati in poche righe.
Cetty (22/05/2025) - Voto: 5/5
Può un’isola essere approdo di emozioni, di sentimenti contrastanti tra la fuga e la voglia di rimanere? Malanima è stata una lettura che mi ha completamente travolta, con una prosa che ho subito apprezzato, una storia che entra dentro a tal punto da farti rimanere incollata alle pagine senza voler mai smettere di leggere, perché vuoi capire cos’è questo malanima, cos’è questo malessere dell’anima che porta la gente ad essere quasi malinconica ma che di malinconia non si parla, ma si vuol intendere qualcosa di più. Mia è la protagonista principale che ci racconta con i suoi occhi un’isola che per lei sulle prime è il solo posto in cui abitare ma crescendo si rende conto di voler scappare. Ha alle spalle una famiglia molto radicata all’isola che non ha mai pensato un minuto di lasciare quella terra nonostante gli stenti e la mancanza di soldi. Marina, invece, è una ragazza che viene dalla città, sa bene cosa vuol dire avere agi e molte più cose che un’isola possa offrire, eppure cerca di comprendere cosa possa esserci per lei, e soprattutto, è determinata a scoprire cosa nella sua famiglia è successo. Perché la madre non le ha mai raccontato che le proprie radici sono profondamente radicate in quell’isola? Mia e Marina hanno un rapporto all’inizio molto contrastante, Mia cerca di avvicinarsi a lei, sente di essere affine al suo animo, Marina invece sfugge a tutto e a tutti, fin quando le due ragazze si guardano negli occhi e comprendono che qualcosa hanno in comune, le rispettive madri erano amiche e purtroppo adesso non si parlano più. Ma perché? Quelle che ci vengono descritte e raccontate sono donne che hanno fatto i conti con il proprio malanima, con quella volontà di scappare ma che allo stesso tempo alcune non hanno avuto il coraggio, mentre altre non hanno avuto nessuna via d’uscita e quindi hanno lasciato quello scoglio a cui vi era aggrappata tutta la propria vita.