Stupore e tremori

nick (26/09/2019) - Voto: 5/5
La vicenda autobiografica dell'autrice, che ritorna dopo anni nel suo amato Giappone e prova a trovare lavoro in un azienda, scontrandosi con il mondo giapponese e con il loro concetto di lavoro e di vita. Assolutamente illuminante nel descrivere un mondo così lontano dai canoni occidentali
Laura (16/06/2017) - Voto: 5/5
Amelie Nothomb non delude con questo suo racconto divertente e a tratti terrificante. La scrittrice descrive il suo ingresso nel mondo del lavoro giapponese,in un'azienda dove emerge chiaramente la differenza tra Il modo di concepire il lavoro occidentale e quello nipponico. La collega giapponese fa arrabbiare e al tempo stesso fa un po' pena, così risucchiata completamente nel suo ruolo e dalle rigide gerarchie interne. Ed Amelie fa ridere nel suo modo di rapportarsi a questo mondo per lei così assurdo.
cristina (20/08/2016) - Voto: 4/5
Mi mancava questo pezzo della sua autobiografia. Riecco la cara vecchia Amélie. Una storia grottesca, paradossale, estrema, ironica e caustica come è nello stile di questa autrice. Ancora una finestra aperta (e inquietante) sul mondo giapponese.
Rose Congou (08/07/2016) - Voto: 4/5
Dopo un inizio non entusiasmante, che mi sembrava troppo caricaturale, la storia ha preso il via con verve e originalità. Una descrizione cruda, ma nel contempo esilarante della difficile e surreale esperienza lavorativa della protagonista presso un'importante multinazionale giapponese. Un uso del linguaggio scoppiettante. Godibilissimo nel suo funambolico equilibrio tra la durezza dell'esperienza lavorativa e la brillantezza del racconto.
Mariflo (27/06/2014) - Voto: 4/5
Romanzo autobiografico della Nothomb nel quale racconta la sua esperienza, dal mio punto di vista abbastanza surreale, alle dipendenze di una azienda giapponese nel 1990. Non ho dubbi che, dopo più di vent'anni, la società giapponese non sia più quella descritta nel libro, ma la descrizione di quel popolo e soprattutto delle donne risulta piuttosto sconvolgente. Tutto il racconto lo è in effetti. La lettura è piacevole, un po' meno le divagazioni nella quali, ogni tanto, si perde l'autrice.