Febbre da fieno

Carolsz (14/12/2023) - Voto: 5/5
Un'opera sorprendente che sembra scansare di proposito le facili classificazioni, proprio come Lem rigettava il luogo comune che lo voleva a tutti i costi autore di "fantascienza". Bravi quelli di Voland per questa bella inziativa editoriale.
Grazia (23/01/2021) - Voto: 5/5
Raffinato, scientifico, filosofico, misterioso, non inquadrabile in un genere: sorprendente. Da leggere molto lentamente e magari da rileggere. Si astengano lettori di bestseller, di libri da classifica o presentati in TV. Per pochi intimi insomma.
Albi (17/09/2020) - Voto: 4/5
Ho sempre voluto leggere qualcosa di Lem da quando ho visto Solaris. Questo libro, anche se ha contenuti scientifici che sono importanti nella storia non lo inserirei sotto la fantascienza ma sotto il genre Giallo. Un Giallo alla Asimov dove il caso e la storia servono per far emergere un discorso sul futuro, un pericolo, una visione. Il libro è molto veloce e cinematografico con uno stile di scrittura da pellicola poliziesca anni 70, ambientato tra Napoli Roma e Parigi, si gusta con piacere con i colori del Technicolor mentre il protagonista cerca di trovare la soluzione al caso misterioso ed originale. Tutto questo fa da sfondo ad un discorso sulla probabilità, sull'uomo, le implicazioni attuali ma in particolare sul futuro. Per scoprirli dovrete leggere il libro e svelare il mistero. I discorsi sugli aspetti scientifici sono delle perle, degli ottimi esempi per capire cose cosi complesse per i non addetti ai lavori, cosa che di solito fanno grandi scrittori e che apprezzo molto. Un Labirinto in un Giallo estivo. - Ciò che è probabile è determinato dall'ampiezza dell'insieme degli eventi. Tanto più grande è l'insieme, maggiore è la possibilità di avvenimenti improbabili.
Giampiero Cinque (14/07/2020) - Voto: 5/5
In uno dei primi studi sul quoziente intellettivo degli studenti Stanislaw Lem fu giudicato il bambino più intelligente della Polonia meridionale. Probabilmente la sua intelligenza, da sempre accogliente verso stimoli diversi, aveva già raggiunto un grado notevole di affilatura. Lem era nato inguaribilmente curioso e proseguì sulla stessa via. Studiò matematica, scienze naturali e discipline umanistiche, e quando si diede all'attività letteraria diede prova del suo genio nella poesia, nella narrativa mainstream, nel poliziesco e, naturalmente, nella fantascienza, alla quale regalò uno dei capolavori del genere, "Solaris", con il suo oceano pensante e la sua asciutta malinconia. Qui ci si ferma, perché ci vorrebbe una voce enciclopedica per dare conto della varietà dei suoi interessi e delle sue originali posizioni filosofiche. Va almeno rilevato, però, che gli interrogativi sollevati dalla sua variegata cultura non si tradussero mai in un tedioso atteggiamento didattico nei suoi libri di narrativa, sempre densi ma scorrevoli, intelligenti ma spesso divertenti, a volte apparentemente fatui ("Vuoto assoluto") e invece acutissimi. Così anche in questa "Febbre da fieno", un poliziesco fantascientifico del 1975 ambientato tra Napoli, Roma e Parigi, nel quale un disincantato astronauta in pensione indaga su una serie di morti inspiegabili. Sullo sfondo, l'Europa è un mondo caotico e allucinato dove la metà che soffre è compatita davanti alla tv da quella che non soffre. La soluzione arriverà, come in ogni "giallo" che si rispetti, anche se Lem non rispetta il "giallo", se non come contenitore dove l'enigma è un pretesto per la messa in scena di una visione antropologica e filosofica. Jerzy Jarzebski, docente universitario di letteratura polacca, scrive che Lem sviluppa nuove idee sfruttando convenzioni e motivi esistenti e costruisce modelli per rappresentare problemi e idee. E tutto questo sa farlo con leggerezza. Cosa si può volere di più da uno scrittore?