L' anno della lepre

Manuel (02/08/2013) - Voto: 4/5
Quando leggi un librone gli dai 5 entusiasta, dai 4 ai libri belli. Questo libro non mi rimarrà nella memoria come altri, ma gli do 4, perché è stato scritto in questo modo per un motivo. Uno stile asciutto, assurdo, estremo, alla Big Fish forse. Non vuole essere un romanzo d'avventura, ma semplicemente un messaggio: fai le cose più estreme, sii sfacciato, non aver paura di inseguire l'istinto e la voglia di libertà. Evidentemente non è una storia vera o realistica, né l'autore ha la pretesa di volertela far passare come tale. Semplicemente leggero, spensierato, facile e... positivo.
stefaniag (06/01/2013) - Voto: 4/5
Il primo libro di paasilinna che ho letto e mi è' piaciuto, mi è' piaciuta l'idea. Gli altri no.
Massimo F. (03/07/2012) - Voto: 5/5
Fantastico. Fantastico. Erano più di 10 anni che non leggevo romanzi, solo autobiografie, divulgazioni scientifiche e libri di storia. Ora grazie all'Iperborea, a questo libro e a Naif.Super, ho ritrovato la voglia di leggere storie. In "L'anno della lepre" c'è una rara atmosfera serena, melanconica, una leggera tristezza (ma ci si sta bene), una prosa asciutta ed essenziale, una comicità velata che ti fa sorridere dei suoi paradossi. C'è una stupenda natura, uno stupendo paese. La lettura scorre rilassata, ma coinvolge. Il protagonista trascina il lettore in una dimensione onirica, dove ambedue possono evitare di dichiarare e riflettere sulle proprie scelte ma lasciarsi trasportare dalla propria libertà e dai propri istinti, per cercare di essere se stessi. Quasi una lezione di vita.
missfarfalla (08/06/2012) - Voto: 2/5
L'ho letto circa un anno fa, quindi non posso scrivere una recenzione precisa; ma qualcosa mi ricordo. Prima di tutto, che è stato una delusione. L'inizio promette bene, l'idea di mandare al diavolo lavoro, abitudini, aspettative che gli altri hanno su di noi per... seguire un leprotto ferito è affascinante. Piuttosto folle, anche; ma di quella follia illuminata, poetica e liberatoria che tutti vorremmo concederci almeno una volta nella vita. Ma nel seguito la narrazione prodede, come dire? per accumulazione anzichè per sviluppo. Diventa una successione di episodi, che il protagonista attraversa senza cambiare nè evolvere. Non solo: sembra lasciare che episodi e persone gli scivolino addosso, come acqua sulle pietre dei sentieri che percorre. Non formula nè giudizi morali o valutazioni personali nè, quasi, pensieri, al di fuori di quelli più elementari e concreti. Quando capita in mezzo ai fatti, all'azione, spesso partecipa (l'incendio, la relazione con la ragazza) ma come in sogno, in una specie di trance. E' strano: a volte il protagonista è come trasparente, Ci sono i fatti, ci sono le persone intorno; ma lui, lui è solo l'occhio che li osserva. Queste caratteristiche del libro mi hanno dato un tale senso di inconsistenza che, pur amando molto gli scrittori e la natura nordici, non ho finito di leggerlo. Non mi dava niente, non ci trovavo niente. A meno che il messaggio fosse proprio quello: lascia che la vita ti scorra addosso. Quando ti offre qualcosa, che sia un momento brutto o bello, coglilo comunque; ma non partecipare mai fino in fondo. E smettila di pensare, giudicare, analizzare ed analizzarti: perchè se per oggi hai un pasto da mangiare e un luogo coperto dove dormire, cos'altro ti serve? Il che avrebbe anche un suo fascino, ma mi sembra perlomeno semplicistico.
massimo (09/02/2012) - Voto: 4/5
Questo libro di Paasilinna mi è piaciuto. Molto interessante il personaggio principale, la sua voglia di libertà, la sua solitudine.