L' anno della lepre

Gabriele Della Torre (03/10/2020) - Voto: 3/5
Libro pieno delle tipiche situazioni assurde alla Paasilinna.
Miki85 (13/06/2020) - Voto: 2/5
L'intero libro è permeato di un umorismo nordico, ovvero un umorismo tagliente, sagace ma spesso difficile da cogliere in quanto tale, e comunque molto più freddo e sottile dell'umorismo britannico verso il quale potremmo già essere più abituati. La prosa è asciutta, essenziale...quasi elementare. E' uno stile narrativo a cui ci si abbandona a fatica, si ha quasi timore di lasciarsi trasportare dalla narrazione perchè, in alcuni casi, non si riesce a cogliere l'intento finale di questi episodi che vengono descritti. Personalmente avrei preferito una maggiore narrazione dello strano, ma originale, rapporto fra il protagonista e la lepre, che invece resta un animaletto, per quanto delizioso, piuttosto passivo e inerme, che ha pochissima influenza attiva sulla trama. 
Aben (15/05/2020) - Voto: 5/5
Ho appena finito di leggerlo. Me l'ha consigliato un amico che con me condivide un desiderio di fuga dalla vita quotidiana. La storia è un inno alla ricerca della libertà e quindi della felicità, o viceversa. Uno spirito anarchico che trova nel sodalizio con la lepre la forza per reinventarsi una vita. E ci riesce veramente!
Castiglione (13/05/2020) - Voto: 5/5
Leggere Paasilinna è come entrare in un rifugio accogliente. Il suo mondo, in cui uomini-natura-animali sono così in simbiosi, è un buon posto in cui rintanarsi. E “L’anno della lepre” è senza dubbio uno dei suoi libri più belli, forse il suo capolavoro. Piacevole, rilassante, divertente, avvincente. Davvero un bel libro, che subito finito avrete voglia di leggere ancora.
Maurizio Ricci (12/05/2020) - Voto: 2/5
Già ho faticato - e molto - a finire "Il miglior amico dell'orso"; mi sono armato di buona volontà, spinto anche dalla fiducia nelle scelte editoriali di "Iperborea" e mi sono procurato anche questo, definito da diverse persone il "capolavoro" di Paasilinna. Mah! Lo spessore dei personaggi lascia un po' a desiderare; il protagonista è indisponente e le sue peripezie non certo coinvolgenti. Un punto in più per l'accattivante titolo. Passiamo oltre.