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Io non mi chiamo Miriam
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Consuelo
(20/11/2020) -
Voto: 5/5
“Io non mi chiamo Miriam” sostiene l’anziana Miriam nel giorno del suo ottantacinquesimo compleanno. Questa affermazione preoccupa i suoi famigliari che non conoscono la sua storia, una storia tragica che le ha portato via anche il suo vero nome. Miriam, decisa a confessare a qualcuno la verità, si racconta a Camilla, sua unica nipote. Questo racconto la porta indietro nel tempo e le fa rivivere gli orrori dei campi di concentramento e il dolore per aver perso i suoi cari. Questo viaggio le ricorda anche la sua vera identità, la donna in realtà è nata con il nome di Malika in una famiglia rom. Questo segreto, a lungo tenuto nascosto, era necessario per vivere in Svezia, nel paese scandinavo i sopravvissuti all’Olocausto non erano accolti allo stesso modo: gli ebrei potevano rimanere e soggiornare nel paese mentre i rom non erano i benvenuti. Con una prosa asciutta ma coinvolgente, Majgull Axelsson racconta un capitolo doloroso e crudele della storia del secolo scorso.
Marta - Una Valigia ricca di Sogni
(10/11/2020) -
Voto: 5/5
Un libro che ha subito attirato la mia attenzione e che consiglio a tutti di leggere. Perché? Perché è originale, ben scritto, e nonostante parli di campi di concentramento, di una delle pagine più tristi della storia umana, riesce a entrare nel cuore, grazie a uno stile tale che ti trascina nella storia di una donna che per tutta la vita ha dovuto lottare per sopravvivere anche a costo di dover nascondere la sua vera identità, di appropriarsi del nome e della vita di un’altra, per poter andare avanti. Quella che viene mostrata in questo libro non è quindi una semplice narrazione di una sopravvissuta ad Auschwitz, bensì anche un’analisi profonda sul significato di vivere un’intera vita su segreti che non possono essere rivelati. È anche un romanzo sulla fiducia, sulla difficoltà di donarla a qualcuno, per non essere traditi, per non essere feriti, per non rischiare la stessa sopravvivenza. Una lettura non facile, per delle scene molto forti e crude, ma che vi invito a scoprire.
Lana
(17/05/2020) -
Voto: 5/5
Questo è uno di quei romanzi che tutti dovrebbero leggere, tutti dovrebbero avere la consapevolezza di ciò che viene raccontato tra queste pagine. Ho amato questo libro fin dalle prime righe perché è prima di tutto una testimonianza, la testimonianza del dolore che milioni di persone hanno dovuto vivere e affrontare durante la seconda guerra mondiale. Miriam è la nostra protagonista, ma in realtà questo non è il suo nome reale. Un libro forte, duro, che si legge pagina dopo pagina senza fretta, entrando nella storia e vivendo il dolore della protagonista.
Imma
(15/05/2020) -
Voto: 5/5
Un libro che mette in luce un aspetto dell'olocausto meno indagato, trattando della persecuzione di un'altra minoranza, quella dei rom. A ciò si aggiunge una storia familiare complessa e dolorosa, che contribuisce a rendere il libro emozionante ma molto difficile da digerire. Importante comunque leggerlo perché di certe cose non si parla mai abbastanza.
Elena B.
(14/05/2020) -
Voto: 5/5
Ho comprato questo libro dopo che era stato consigliato da Michela Murgia a "Quante storie". Premesso che amo Iperborea anche solo per il formato dei loro libri, sono appassionata di letteratura scandinava (soprattutto svedese) e questo libro mi ha spiazzata. E' un colpo al cuore, alla coscienza, alla mente. Sembra di sapere ormai tutto sull'olocausto e sulle storie delle sue vittime, ma non è così. Questo libro vi dirà il perchè bisogna sempre ricordare, sempre studiare.
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