Io non mi chiamo Miriam

GiuliaM (12/05/2020) - Voto: 4/5
In questo titolo ci ho trovato quanto mi aspettavo: una storia crudele, profondamente dolorosa e terrificante da far accapponare la pelle, un invito alla riflessione e all’abbattimento di pregiudizi. E, cosa fondamentale, una grande empatia con la protagonista. ⠀ Forse non sarà il libro perfetto: parti dense e cariche di pathos si alternano a parti dalla narrazione più scialba e inconcludente e che non ho apprezzato, ma fortunatamente non sono poi così tante. ⠀ Nonostante ciò, dopo la lettura di questo libro mi sono sentita in qualche modo accresciuta. Distrutta, sicuramente, ma anche maggiormente consapevole e con qualche pregiudizio in meno. Mi sembra un ottimo esito♥️
orabarbara (12/05/2020) - Voto: 5/5
Per me il più bel romanzo sul genocidio degli ebrei e sul razzismo. Racconta la storia di Miriam che nel giorno del suo 85esimo compleanno dichiara alla famiglia riunita la sua verità. Non ci fanno quasi caso pensano ai vaneggiamenti di un anziana; ma la nipote raccoglie le parole, il disagio e l’emozione della nonna e la spingi a raccontarsi. Così durante una passeggiata Miriam racconta qualcosa alla nipote e per chi legge ricorda tutto. Ricorda la deportazione, le brutture, la violenza senza motivo, gli esperimenti sul fratellino, la fame ma anche le relazioni all’interno del campo, le dinamiche di potere nonostante la situazione tragica e di come lei Malika e rom diventò Miriam ed ebrea. Racconta la perenne paura di essere scoperta, il vivere sempre defilato per non dare nell’occhio perché Miriam non era soltanto l’ebrea sopravvissuta al lager ma anche la rom nascosta in un’altra identità che solo lei sapeva, e per i rom il razzismo era sempre vivo da parte di tutti, anche dei sopravvissuti.
Martina (11/05/2020) - Voto: 3/5
Romanzo molto emozionante e profondo, che aiuta a capire come la tragedia dell'olocausto sia molto più complessa di quanto pensiamo, e che purtroppo a esserne vittime, insieme a tanti ebrei, furono anche tante altre minoranze, in questo caso si parla dei rom. Molte sorprese e personaggi complessi e ambivalenti, che lo rendono nel complesso un bel romanzo, tuttavia in certe parti si è allungato troppo il brodo con ripetizioni non essenziali, e lì mi ha un po' annoiato.
alberto (11/05/2020) - Voto: 5/5
Nel giorno del suo ottantacinquesimo compleanno, una graziosa signora svedese sente il bisogno di rivelare la sua vera identità fino a quel momento tenuta segreta: lei non si chiama Miriam e non è ebrea. Con una serie di passaggi temporali, tra passato e presente che si alternano continuamente, l'autrice ci racconta attraverso la voce e le esperienze di Miriam l'orrore dell'olocausto e nello specifico il destino poco noto del popolo rom: la resistenza di questo in una notte di maggio del 1944 nel settore degli zingari ad Auschwitz, le ingiustizie subite e le torture, la morte di molti uomini e donne barbaramente uccisi o bruciati, gli esperimenti su bambini piccoli. Un libro toccante ed emozionante. Consigliatissimo.
bea (11/05/2020) - Voto: 4/5
Questo romanzo affronta un tema di cui difficilmente si sente parlare: lo sterminio dei rom e dei sinti e lo fa in maniera incredibile. Commovente.