Nati per credere. Perché il nostro cervello sembra predisposto a fraintendere la teoria di Darwin

andrea (19/12/2013) - Voto: 5/5
Assolutamente da non perdere! un libro ben scritto e molto chiaro. Permette di capire molte cose e soprattutto il modo di scrivere non e' d'attacco ma di cercare di capire il motivo per cui ci "piace" credere. molto molto bello!
Carlo M. (10/03/2013) - Voto: 5/5
Ottimo volume, che andrebbe letto e meditato dalle pecore del gregge cristiano, se avessero il buon senso di investigare ciò in cui credono. Sarà improbabile, perché la fede è (te pareva?) cieca... Da non perdere anche il libro di Daniel Dennett ROMPERE L'INCANTESIMO (editore Cortina), che investiga lo stesso tipo di questioni. L'ILLUSIONE DI DIO di Richard Dawkins dovrebbe ugualmente essere letto da ogni persona di cultura, insieme con PERCHE' NON POSSIAMO ESSERE CRISTIANI di Piergiorgio Odifreddi.
oromano (13/05/2012) - Voto: 5/5
Un libro eccellente, chiaro e convincente. Tratta in modo rigoroso un argomento affascinante. Da non perdere.
Matteo (14/02/2011) - Voto: 5/5
Libro interessantissimo scritto da 3 grandi scenziati. Leggendolo si capisce come il nostro cervello ci porta a credere nell'esistenza del soprannaturale e quindi in un Dio. Secondo me tutti dovrebbero leggerlo assolutamente da non perdere.
Ts (06/12/2009) - Voto: 5/5
Un libro assolutamente innovativo ed illuminante, che va ad affrontare precedenti proposte e nuove scoperte nel campo della nostra attitudine al "credere". Chiaro nell' esposizione, stimolante nei contenuti, secondo me potrebbe risolvere (supportato da nuove conferme sperimentali) una delle questioni più controverse della nostra esistenza. Il cambio di impostazione rispetto ad altri libri è enorme: perchè, mentre precedentemente il tema su cui si andava a focalizzare era soprattutto l' esistenza o meno di un essere soprannaturale, ora ci è data la possibilità di andare a monte, cioè di sapere perchè Dio é (e probabilmente é solamente) nel nostro cervello; cervello che, evolvendosi fino allo stato attuale, ha aquisito quella strana capacità di ritorcersi contro lo stesso processo che lo ha forgiato.