Il ventre di Napoli

Paola (13/05/2020) - Voto: 4/5
Anche i “secchioni” dei tempi delle scuole superiori credo che ignorino l’esistenza di Matilde Serao. Le sue opere sono ricordate ben poco nelle antologie letterarie e spesso molti titoli sono praticamente introvabili. E questo è un vero peccato, considerando che ai tempi la Serao fu anche in lizza per il premio Nobel per la letteratura. Alla candidatura contribuì senz’altro lo splendido “Il ventre di Napoli”. Nato come inchiesta giornalistica sull’epidemia di colera a Napoli nel 1884, il libro è virato verso il racconto, la descrizione piena di vita e di affetto, di una città e dei suoi abitanti poveri, che generazioni di amministratori benpensanti finora non hanno saputo riscattare. Oggi “Il ventre di Napoli” non è più la forte denuncia sociale che fu ai tempi della pubblicazione ma rimane un’opera che merita certamente di essere letta e salvata dall’oblio.
susanna botini (30/01/2014) - Voto: 5/5
straordinario affresco , dai dettagli fotografici, della Napoli di fine ottocento, lacera, lurida, misera, con efficaci descrizioni di come (malissmo) vivevano i popolani, cosa mangiavano, quali attività svolgevano, insomma, tutto. Cose davero incredibili: quello che noi moderni chiamiamo "degrado" npn è nemmeno paragonabile con il livello di vita dei poveri di quei tempi. La prima parte, stesa nel 1884, è la migliore a mio avviso, la seconda, scritta nel ventennio successivo, tocca temi più politici e generali, ed è meno avvincente, ma, in ogni modo, si tratta di un capolavoro che spiega tante cose anche della Napoli di oggi. Una ottima lettura, con una elegante prosa in un'italiano spesso obsoleto e con termini non più in uso, e proprio per questo affascinante.