Diario di un killer sentimentale

Rossella (22/01/2009) - Voto: 2/5
Un racconto che si fa leggere, ma privo di un particolare significato. Come primo libro che leggo di questo autore devo dire che non mi ha particolarmente colpito.
antonella (18/10/2008) - Voto: 4/5
Diario di un killer sentimentale è un racconto di appena settantatre pagine e questo è, innegabilmente, un suo punto di forza. Sepulveda condensa in uno stile asciutto ed essenziale la storia assurdamente realistica di un professionista della morte che parla in prima persona mostrando l’enorme limitatezza del suo mondo, per fortuna circoscritto (mi auguro) a un piccolissimo segmento di umanità. Un killer che si sdoppia nella personalità (indizio di silente schizofrenia?), che sembra compiere errori madornali nella sua attività, e che si innamora di una donna molto più giovane, arrivando a soffrire come può succedere a qualsiasi essere mortale. Il contesto è una sommatoria di posti, alberghi e città sparsi per il mondo attraverso cui si dipana la storia, non scevra di colpi di scena. Sembra quasi che Sepulveda si sia divertito a tratteggiare un mondo lontano anni luce dal suo, calandosi in un personaggio dal cinismo impressionante e del tutto normale, secondo alcuni parametri di giudizio universalmente accettati. Come ad esempio, il profumo dei soldi (più forte di ogni altra cosa) e le donne (che servono in realtà solo a soddisfare i bisogni dei corpi maschili). Il racconto sorprende chi ama leggere Sepulveda, è una sorpresa, tuttavia, che risulta piacevole e divertente.
Vincenzo (17/05/2008) - Voto: 3/5
Più racconto lungo che romanzo, dipana l’azione su sette giorni seguendo rigorosamente i canoni del genere “noir”, ma allo stesso tempo parodiandolo, pur senza risparmiare in alcun modo la crudezza dell’azione; si legge d’un fiato. La chiusura cerca d’essere talmente imprevedibile da risultare, al contrario, quasi scontata; piacevole senza lode.
Sire (15/02/2008) - Voto: 5/5
Semplice,divertente,dissacrante,brutale,geniale.
Simone (26/11/2007) - Voto: 4/5
Profuma di nebbia e cognac, sigaro e sangue questo breve racconto noir di Luis Sepulveda. Molto diverso dalle altre sue opere, senza quello sguardo naive sul mondo tipico dell'autore cileno, senza la natura come protagonista né il Sudamerica con le sue lande desolate e il suo mare in tempesta. Immediato, ironico, in perfetto equilibrio tra essenzialità e gusto, questo libro si legge tutto d'un fiato e lascia in bocca un forte sapore di avventurosa seduzione e magica tristezza.