Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo

Simona (05/04/2020) - Voto: 5/5
Vano sperarare che i lettori di Pansa e de Il Giornale riconoscano l'opera di verità storica che fa questo saggio.. Oltre i tentativi di minare l'onestà intellettuale e politica di chi li scrive (ma a 40 anni si è ancora giovani scrittori?) con nebulose acrobazie sintattiche, è evidente quanto questi libri urtino una sensibilità sull'argomento ancora delicatissima. Tuttavia, Il criticato registro derisorio e irriverente non è dell'autore: è la maniacalità con cui il duce celebra la sua reputazione da vincente e nasconde una realtà dei fatti ben diversa a divertire. E a offendere l'orgoglio dei suoi beniamini da tastiera. Sulla presunta faziosità mi sembra che i fatti storicamente verificati parlino da soli. Ma poi cosa vi aspettate da un saggio antifascista su ventennio, ossequi e cioccolatini? Filippi non vuole convincere nessuno: si limita a prendere affermazioni che trovano larga diffusione dalla fine del ventennio e verificarne la veridicità tramite fonti difficili da mettere in discussione. Al contrario di quelle degli storici da Bar Sport virtuali. Un libro spassoso ma severo, uno strumento indispensabile di questi tempi politicamente revisionisti per muoversi nell'etere armati di una verità storica e inossidabile. Buona battaglia a tutti.
Marcello (27/03/2020) - Voto: 5/5
Saggio breve ma abbastanza esauriente. L'argomento viene trattato in maniera da sfatare molto miti concernenti il periodo storico trattato. Forse è vero che, a tratti può risultare un po' pesante, tuttavia vale la pena leggerlo. Sicuramente non delude.
Natale (20/03/2020) - Voto: 1/5
Visto come dice il sig. Filippi che sono state fatte cose buone ma ne valeva la pena in cambio di un regime dittatoriale, proponga di eliminarle in quanto ricordano detto regime.
Renzo (19/03/2020) - Voto: 3/5
Quando, alcune settimane fa, vidi allegato a la Repubblica il libro di Francesco Filippi il mio pensiero andò a Giampaolo Pansa e alla speranza, presto disattesa purtroppo, che qualcuno ne avesse raccolto la sua eredità. Forse è stata la brama di vendita dell'editore ma la mancanza del punto interrogativo nel titolo già denota l'intenzione, a mio avviso, di carpire la buona fede di chi, eventualmente, si accingesse alla lettura pur privo di pregiudizi. Se i fatti fossero stati esposti asetticamente, leggendolo si sarebbe potuto trarne veramente beneficio da questa opera schiarendosi meglio la mente dalle ombre che incombono sul quel periodo storico ma, per quanto zeppo di citazioni, è impossibile non notare l'incalzante faziosità dell'autore che, così facendo, ha fatto perdere valore al proprio lavoro caricandolo inopportunamente di preconcetti. Mi piacerebbe, invece, pur volendole sminuire perché mutuate in parte altrove, che qualcuno provasse a ritagliare un ventennio qualsiasi e, al netto di certe riconosciute nefandezze, si mettesse sull'altro piatto della bilancia un contrappeso "pensioni, tredicesima, bonifiche, case popolari, I.R.I., voto alle donne, O.N.M.I., ospedali, stazioni ferroviarie, ecc.". Finché questo paese non troverà il coraggio di accettare, nel bene e nel male, la propria storia, ci sarà sempre un editore che, magari per illudere un giovane scrittore, si scorda un punto interrogativo per mantenere acceso il fuoco della faziosità di cui, francamente, questo paese ne avrebbe sempre meno bisogno.
Mara (14/03/2020) - Voto: 4/5
Finalmente un libro che sfati i miti dei nostri nonni e dei nostri genitori che volte pregano per un ritorno di Mussolini quando vedono qualcosa nella società moderna che lì lascia perplessi. Lucido e obiettivo, con date e documenti accertati fa crollare tanti falsi miti. Scorre, ma è comunque un saggio.