La montagna incantata

Rosaria Alessia (29/12/2018) - Voto: 5/5
Bello, emozionante. Incantevole lettura.
Carmine (22/11/2018) - Voto: 5/5
Come l'introduzione stessa fa ben notare,"La montagna incantata" entra di diritto fra le più importanti opere del Novecento e probabilmente dell'intera storia umana.L'Impresa mastodontica tiene impegnato Thomas Mann per dodici anni,e il risultato è un compendio enciclopedico di cultura spaziante dalla teologia alla filosofia,dalla medicina alla botanica,dalla politica alla morale in un romanzo che è romanzo di formazione e romanzo psicologico,romanzo realista e romanzo didascalico allo stesso tempo.Mann crea un affresco vivido e realista dell'universo europeo-non senza una sottile vena ironica-che si incammina verso il bagno di sangue della prima guerra mondiale.Hans Castorp,tipico protagonista manniano, inguaribilmente borghese,decide di far visita a suo cugino Joachim Ziemssen,paziente al sanatorio Berghof sulle Alpi Svizzere.E il suo destino sembra quasi segnato,perché inconsciamente capisce di dover restare in "montagna" abbandonando per sempre la "pianura". Lì conoscerà un variopinto crogiuolo di ospiti,conoscerà l'amore incarnato dal "lupo della steppa" Clavdia Chauchat,e soprattutto conoscerà i due fulcri dell'opera,Settembrini e Naphta,(un liberale massone e un gesuita reazionario) due mentalità totalmente opposte ma paradossalmente inquinate a vicenda,due visioni antitetiche che tireranno Castorp da un lato e dall' altro per imporgli la propria ottenebrante ragione.Castorp sguazzerà letteralmente in quel flusso confuso di sofismi e vaniloqui,nutrendo la sua personalità e andando così incontro alla propria bildung.Ma proprio quando questa sarà arrivata,un rombo possente di tuono squarcerà l'universo sospeso del sanatorio facendo ricominciare la corsa matta del tempo."Gli ultimi giorni dell'umanità" sono arrivati inesorabili,anche Castorp ridiscenderà in pianura per prendere parte al suicidio di massa della guerra,che cancella quindi ogni passo fatto verso una seppur mendace verità e condanna il protagonista e l'umanità tutta ad una disincantante aporia.
Marta (25/09/2018) - Voto: 3/5
incredibilmente impegnativo è un libro che va letto con calma e ponderazione assaporando la poca trama senza farsi trascinare nel comprendere completamente temi e argomenti che vanno sicuramente oltre le “conoscenza medie o gli apprendimenti scolastici”. E' la vita che ci sorprende e che ci porta ,per casualità, a conoscere ambienti e persone che mai avremmo potuto incontrare e dalle quali poter apprendere nuovi mondi, orizzonti sconosciuti, temi filosofici e religiosi. Hans Castorp, infatti, decide di trascorrere una breve vacanza di 3 mesi con il cugino malato per poi rimanere oltre 7 anni nel sanatorio. Potrà così conoscere varie persone e studiare molti argomenti, senza mai farsi scoraggiare al contrario del cugino che piuttosto di rimanere immobile, affronta di petto la vita, le passioni, la carriera militare per poi soccombere. Alcune pagine sono memorabili (la sciata , l'emozione della prima radiografia...) ma quando Castorp/Mann affronta temi religiosi e filosofici dicutendone con gli amici in una gara dialettica complicata e difficile da apprezzare, carica il lettore non preparato (come me) di un peso eccessivamente gravoso per apprezzarne il risultato. Per questo motivo ho segnalato 3 stelle al contrario di tutti gli altri libri di Mann che sono eccellenti.
Katia (18/09/2018) - Voto: 5/5
È giustamente considerato uno dei capolavori letterari del primo Novecento, la cui trama -apparentemente semplice- rivela in realtà un sostrato ricco di dissertazioni filosofiche, aneddoti scientifici e politici. Nella versione originale in lingua tedesca la prosa è veramente inarrivabile, ottima anche la traduzione proposta da Corbaccio, particolarmente fedele allo stile di Thomas Mann.
Giovanni (08/04/2018) - Voto: 5/5
Un libro ricco di filosofia, con una trama non particolarmente complessa né sviluppata, ma con tanti spunti di riflessione, su cui ho trovato interessante soffermarmi.