Il brigante

bruna (19/02/2007) - Voto: 3/5
Il primo libro di Vichi che ho letto...una piacevole scoperta! Scritto davvero benissimo, in maniera molto coinvolgente, che ti fa veramente "vivere" le storie e le situazioni raccontate. Sono rimasta solo un po' delusa dal finale, che ovviamente non anticipo, ma che ho trovato troppo frettoloso, troppo sbrigativo. Mi aspettavo francamente qualcosina di più dalla conclusione di un libro così avvincente... Ma leggerò senz'altro altri libri di Vichi...se tanto mi dà tanto...
Emiliano (04/02/2007) - Voto: 4/5
Un libro che riesce a far "leggere" dentro di se chi lo ha in mano. Il romanzo di Vichi è ben scritto ed ha un'impostazione ottima, magari leggermente bloccato nella parte centrale, ma che, col suo finale, lancia un messaggio chiaro e preciso.
transumanar@yahoo.it (09/01/2007) - Voto: 5/5
Veramente un bellissimo libro. Si tratta di una serie di racconti che sono collegati fra di loro in maniera convolgente. Impossibile non sentirsi "dentro" la storia e vivere le emozioni della notte tempestuosa nella locanda Tasso Morto, impossibile non partecipare nelle vicende dei protagonisti. Un noir storico molto riuscito.
marco (03/11/2006) - Voto: 5/5
Davvero il miglior libro che Marco abbia scritto, e so bene che non si arrabbierà perchè ho lasciato indietro il suo amato Bordelli. Una storia coinvolgente che si legge tutta d'un fiato e che speri non finisca mai. L'atmosfera del Tasso Morto è così ben resa che leggendo mi sembrava di essere seduto a quel tavolino, mangiando e bevendo vino, il quinto uomo, pizzetto, quello che alla fine della storia, qualunque essa sia, si sarebbe unito a Frate Capestro nella sua lotta contro le ingiustizie. Magistrale davvero la conclusione, attualissima anche ai giorni nostri, il branco che,nel buio che protegge l'anonimato, trova il coraggio di compiere la più abbietta delle azioni, la più vigliacca, quella che lascerà per sempre dentro di loro un segno indelebile... Per tutto il libro ho camminato, vissuto e combattuto con i quattro uomini e con Frate Capestro, ho affrontato le loro paure e i loro demoni e con loro ho attraversato i boschi e le terre della provincia di Pistoia. Grande Marco, stavolta hai davvero superato te stesso!!!!!
simona (23/10/2006) - Voto: 4/5
Lettura molto piacevole. Fin dalla dedica mi pare chiara l'intenzione di rifarsi a motivi e luoghi della tradizione narrativa orale, di cui si usano luoghi e motivi: la notte di tempesta, la locanda nel bosco, i viandanti che s'incontrano e si raccontano storie, il brigante inafferrabile e leggendario. Le storie sono però anche ben contestualizzate in un periodo storico che va tra metà settecento e inizio ottocento, e accanto ad antiche maledizioni, delusioni d'amore e rapine ingegnose lasciano emergere la durezza delle condizioni di vita dei non nobili e la difficoltà di migliorarle. Prosa molto pulita come di consueto in Vichi, particolarmente adeguata anche al tipo di narrazione. L'ho apprezzato di più dei vari episodi di Bordelli, alla pari con Donne Donne (che mi era sembrato però leggermente meno originale).