Il respiro del deserto

Fabiobram (31/08/2010) - Voto: 5/5
Il mio voto e' un po' di parte, perche' Buticchi e' il mio autore preferito, ma sfido chiunque a dire che non e' bravo a scrivere romanzi d'avventura! I suoi rimandi alle varie epoche, un must per Buticchi, non annoiano mai il lettore su un'unica trama. I personaggi attuali (Breil & Co) sono gli stessi da ormai un po' di libri, e fa sempre piacere rileggere le lore avventure. Se leggete un libro di questo autore, state certi che vorrete leggerne altri. Complimenti anche per la nomina a "Commendatore", qualcosa vorra' pur dire...
Trixter (05/07/2010) - Voto: 3/5
L'ultima fatica di Marco Buticchi merita senza dubbio la sufficienza, ma direi nulla di più. L'autore ha il pregio di architettare, con dovizia, trame complesse e ricche di colpi di scena, coadiuvato da un notevole approfondimento storico e tecnico che, ogni momento, accompagna la narrazione. Tuttavia, il romanzo mi è parso di imbarazzante superficialità, pieno solamente di fatti e senza il benchè minimo approccio descrittivo nè approfondimento psicologico. In pratica, il lettore è immerso in un'infinita cronistoria, dipanata sapientemente con un linguaggio chiaro ma troppo elementare. Buticchi crea un libro semplice, di facilissima lettura, adatto magari ad una noiosa convalescenza o a pomeriggi assolati sotto l'ombrellone. I buoni e i cattivi sono chiaramente bipartiti e la logica della trama è asservita a situazioni al limite dell'impossibile (se, ad un certo punto, fossero giunti gli extra-terrestri non mi sarei stupito...). Insomma, la letteratura è un'altra cosa ma, in fondo, anche questo tipo di libri ha la sua utilità.
Silvia (02/05/2010) - Voto: 5/5
Leggo molto e quasi mai lascio recensioni o consigli per altri lettori: la lettura è soggettiva come soggettive sono le sensazioni che riesce a suscitare. Ma questa volta, dopo aver finito l'ultimo lavoro di Buticchi, mi sento in dovere di farlo: leggetelo, leggetelo, leggetelo. Ne vale veramente la pena.
Claudia F. (12/04/2010) - Voto: 5/5
Figure ben tratteggiate, narrazione storica esemplare, sensazioni diventano reli mentre si legge di clipper che solcano gli oceani: sembra davvero di assaporare l'aria di mare. Parte "presente" intrigante e ben studiata. Davvero un bel romanzo. CF
Fabio (02/04/2010) - Voto: 2/5
Questo libro – il primo che ho letto dell’autore – mi ha decisamente deluso; nonostante sia ben scritto ed abbastanza scorrevole, il seguimento della trama è reso assai complesso dal fatto che l’azione si dipana in un continuo ping pong su periodi temporali differenti, in linea con molti romanzi di genere (vedasi p.e. “La biblioteca dei morti”). Inoltre concordo con quanto scritto da molti: il libro è affollato di coincidenze ed ancore di salvataggio al racconto perché possa proseguire, molte delle quali a dir poco ardite e scarsamente plausibili (Quon è una specie di highlander che sembra sempre sul punto di lasciare il giovane nipote per poi risorgere come l’Araba Fenice, Skinner si imbatte casualmente in nemici e fidanzate nelle località più sperdute del mondo e così via) Infine il romanzo copre una serie di episodi storici quasi impensabile: l’epopea mongola, l’età di Federico II, il conflitto arabo-ispanico, l’imperialismo britannico nel nuovissimo mondo, la lotta indiano-britannica, il riverbero della 1° guerra mondiale sulle colonie, l’attività spionistica del mossad, l'interventismo americano nel Centro-America ... Forse un po’ troppo per 600 pagine di romanzo!!! Un “easy reading” senza molte pretese da un punto di vista storico e leggerino anche come giallo, adatto solo allo svago estivo!!