Il domatore di leoni. I delitti di Fjällbacka. Vol. 9

cris (14/05/2020) - Voto: 4/5
Come negli altri romanzi, l'autrice riesce a coniugare il thriller alle storie personali dei personaggi secondari, rendendoli vivi e di grande empatia. La trama, questa volta, cede il passo a una profonda analisi psicologica, ora diretta alla malvagità di cui le persone sono capaci. Anche qui, ciascun capitolo è introdotto dalla narrazione di fatti svoltisi nel passato, che accresce la tensione fino all'inesorabile epilogo. Si esplora il mondo del circo, ma non quello della magia e del divertimento, bensì del carico di dolore che alcuni personaggi possono arrecare agli altri. A differenza delle precedenti, questa lettura ha toni cupi - forse anche perché gli affetti familiari di Patrik ed Erika vengono drasticamente ridimensionati - eppure le pagine scorrono veloci e non la si lascia fino alla fine del libro. Per chi ha apprezzato i romanzi precedenti resta un appuntamento irrinunciabile ed estremamente piacevole.
kia (14/05/2020) - Voto: 3/5
Ad un certo punto della vicenda, un personaggio minore rimane vittima dell'omicida e, anche se la sua fine viene attribuita a quest'ultimo, inspiegabilmente non viene più menzionata neppure nella spiegazione finale del mistero. E' come se la Läckberg se ne fosse dimenticata... probabilmente l'autrice vive una fase di stanchezza creativa. Anche la traduzione e la correzione delle bozze denotano stanchezza o perlomeno un allentamento del controllo: a pag. 286 invece di Helga il personaggio diventa Marta, che non è presente nella scena! Molto sibillino il periodo di pag. 163: "L'affiatamento che si respirava tra quelle mura dava un'ebbrezza paragonabile a quella di una sbornia, ed era davvero liberatorio evitare le scale di grigi e rendersi conto che tutte le risposte erano contenute nella Bibbia". Che c'entrano le scale di grigi? Mistero. Sono contento di avere letto questo libro prendendolo a prestito e mi dispiace dire che farò così con i prossimi dell'autrice. Ne consiglio l'acquisto se desiderate assolutamente continuare a seguire le gesta di Erica e Patrik. Se poi volete leggere dei romanzi gialli di autori nordici, ben scritti, con una profonda definizione psicologica dei personaggi e molto articolati nella trama, dovrete rivolgere la vostra attenzione alle opere di Henning Mankell, di Arnaldur Indridasson e di Hakan Nesser.
cri (14/05/2020) - Voto: 3/5
Devo ammettere che ha ridimensionato le mie aspettative di lettore che segue Camilla Läckberg dal suo esordio, "La principessa di ghiaccio". Ho atteso ogni sua nuova uscita pregustandone la lettura, ma a questo punto della sua produzione narrativa lo stile dell'autrice appare fortemente connotato dal tono giallo-rosa, con una certa prevalenza di quest'ultimo. Buona parte della narrazione si occupa delle vicende personali e sentimentali di Erica e Patrik, dei loro famigliari e del personale della stazione di polizia di Tanum. Leggere dei due protagonisti alle prese coi loro tre figli, dell'inetto Mellberg nei panni del nonno amorevole, di Dan e Anna in crisi coniugale ci fa ritrovare personaggi noti, a cui siamo affezionati, ma la fidelizzazione dei lettori purtroppo non basta da sola a rendere credibile un romanzo giallo. La costruzione del mistero infatti è piuttosto scontata e confusa, la tecnica del flashback è poco significativa ai fini della narrazione degli eventi del presente, mentre invece aveva avuto grande spessore nei libri precedenti, toccando l'apice nei bellissimi "Lo scalpellino" e "Il bambino segreto".
candida (14/05/2020) - Voto: 5/5
Leggendolo, piano piano, mi è sembrato di aver davanti a me il formarsi di una grossa, bella treccia con tante ciocche. Bionda naturalmente dato che di Svezia stiamo parlando. E che mani sapienti stessero intrecciando quelle ciocche creando con maestria un soffice, brillante tappeto. Ho proseguito, naturalmente interessato, ma purtroppo sono stato costretto ad immergermi in quello che proprio Camilla fa dire più o meno, a Patrik " è un bel casino". Con l'aggiunta che considerando atmosfera, avvenimenti, personaggi, forse il "bel" mi pare di troppo. Peccato perchè Camilla é bravissima. scrive ed intreccia benissimo con un sano mestiere, anche se a mio parere un tantino esagera. Ma potrebbe invece essere che io mi aspettassi di leggere un giallo e non una tragedia greca ambientata in Svezia. Con immutata e dovuta stima cordialmente Mario
bruna (14/05/2020) - Voto: 4/5
Alla fine di ognuno degli ultimi libri ho sempre la stessa sensazione che qualcosa non quadri, che non sempre la trama regga e che la Lackberg sia una maga nel marketing dei propri libri, ma il piacere della lettura rimane sempre invariato! I suoi libri sulle indagini e Erica e Patrick mi appassionano sempre e tanto! Magari le storie familiari sono prevedibili e un pò troppo romantiche, sicuramente le patologie dei criminali non hanno uno sfondo scientifico solidissimo, ma ugualmente è un libro che ti tiene incollato alle pagine e che non vorresti finisse troppo in fretta! Il mix tra romanzo e poliziesco è sempre vincente e inevitabilmente finito il romanzo, aspetti con ansia il successivo.