Non è stagione

enzo (17/05/2020) - Voto: 4/5
Terzo capitolo della serie di Rocco Schiavone. Al solito, libro che si legge senza fatica e appassiona, il personaggio inventato da Manzini funziona sempre bene e bravo l'autore ad averlo reso non banale e a non cadere in clichè. In questo capitolo il passato di Schiavone ritorna prepotente e lo mette di nuovo alle strette, trama che corre parallela a quella principale del caso da risolvere e che spesso gli "ruba" la scena. Non è finita qui e per una volta siamo contenti per poter presto gustare nuovamente le vicende di questo originale personaggio.
Marta M (12/05/2020) - Voto: 5/5
La terza indagine di Rocco Schiavone si tinge di un colore più scuro: le inchieste che lo coinvolgano ad Aosta, sebbene ricoprano un ruolo importante, sembrano fare un ulteriore passo indietro e lasciano emergere qualcos’altro. L’amicizia, il dolore, le necessità personali: Rocco non è mai solo, vive con delle ombre di cui non riesce a liberarsi ma di cui non riesce a fare a meno. A tratti arrogante, assai burbero, fragile in modo assoluto: Manzini ha disegnato un personaggio che, con il passare del tempo, è sempre più persona.
Sara (09/01/2020) - Voto: 5/5
Terzo romanzo con protagonista il mitico Rocco Schiavone: Manzini si conferma uno tra i migliori giallisti di sempre! Questo terzo libro, come i precedenti due, è scorrevole, ben descritto e con la giusta ironia; un vero piacere leggerlo.
b.b (11/04/2019) - Voto: 5/5
Schiavone sei il mio mito!
greta (08/03/2019) - Voto: 5/5
Uno sbirro sui generis, ombroso e stizzoso ma anche ironico e profondamente umano, con il suo abbigliamento antiquato e inadeguato e le sue classifiche delle rotture di balle, il suo trovare delle somiglianze tra persone e animali, i suoi inaspettati gesti di delicatezza. Un personaggio che "buca" le pagine e diventa quasi vero e ti sembra che se vai ad Aosta magari lo incontri al caffè... Il vice questore Rocco Schiavone è una sorta di commissario Montalbano del grande Camilleri. Solo che le sue vicende sono ambientate al Nord, al Aosta. Antonio Manzini ha comunque costruito un personaggio dolente e pieno di umanità che, nonostante la tragedia della moglie scomparsa, riesce ad assolvere al suo lavoro di super poliziotto.