La famiglia Karnowski

gianni (13/07/2016) - Voto: 3/5
Un libro che scorre via, ma non è certo un capolavoro. Ai personaggi manca un po' di solidità, la loro costruzione sembra abbozzata più che compiuta e si ha l'impressione che ne compaiano troppi, nessuno dei quali giunto a vera maturazione. Il dottor Landau, comunque, giganteggia su tutti. La parte americana sembra un'occasione persa e il libro si chiude come la puntata di una fiction: pronta a lanciare la prossima.
Gianfranco (24/03/2016) - Voto: 4/5
"Voleva salvare sua moglie, suo padre, sua madre, ma soprattutto suo figlio, il suo unico figlio dal senso di inferiorità e dall'odio di sé".
Annarita (01/03/2016) - Voto: 5/5
Con uno stile sostanzialmente asciutto e poco incline al sentimentalismo I. Singer, autore profetico, ha scritto un'opera epica e corale che affronta magistralmente il tema dell'identità collettiva ed individuale del popolo ebraico. Le descrizioni di Singer sono nette e puntualmente efficaci: luoghi, tratti somatici, appartenenza sociale, formazione culturale e religiosa sono alcuni degli elementi che distinguono e mettono in relazione l'umanità del complicato universo giudaico del Nord Europa nei primi decenni del ventesimo secolo. Tre generazioni Karnowski attraversano l'era moderna nel tentativo di realizzare ciascuna la propria personale visione dell'identità ebraica. David lascia in Polonia l'antica e chiusa comunità in cui è cresciuto per realizzare nel colto e laico ambiente berlinese la propria aspirazione di intellettuale progressista. Il figlio Georg Moshe vaga disorientato attraverso il mondo delle proprie origini e quello della propria formazione, completerà il processo di integrazione e l'ascesa sociale ma non sposerà un'ebrea e non realizzerà l'ambizione paterna di essere "ebreo in casa e uomo in strada". L'ultima figura è quella del nipote Jeorg, figlio del matrimonio "misto", adolescente nel periodo di affermazione dei principi del nazismo, estraneo fra tutti. Nè ebreo, nè ariano, accecato dal disprezzo per il mondo paterno, frustrato e schernito da quello materno, Jeorg nella saga della sua famiglia incarna la discesa agli inferi: l'assenza di identità. Emigrati a New York, sempre più lontani anche fisicamente dalle loro origini, i Karnosky, emblema delle diverse anime ebraiche, l'ortodossa, la progressista, l'assimilata, l'antisemita, e della difficoltà di conciliare i valori dell'appartenenza con quelli dell'integrazione, toccano il fondo e perdono tutto. E sarà solo così che potranno rinascere.
riccardo nicchi (14/01/2016) - Voto: 3/5
Ho deciso di leggere il libro sull'onda di questi commenti. Devo dire che non riesco a condividere l'entusiasmo pressoché unanime che esprimono. La saga transfamiliare e transcontinentale è abbastanza interessante e si legge senza fatica però non mi ha "acchiappato". Forse per la scrittura troppo sobria, forse per lo scarso ricorso ad ingredienti forti che pure la collocazione della storia avrebbe consentito, forse perché quando si comincia a conoscere un personaggio questi cede il posto al successore, non so. La parte americana è la meno avvincente e il finale, da qualcuno prima criticato, semplicemente non c'è. Esiste forse un sequel?
Donatella (06/01/2016) - Voto: 5/5
Sublime, capolavoro, come tutti i romanzi di Israel Singer.Anch'io dopo aver letto quasi tutto di Isaac temevo che il fratello non fosse all'altezza. Invece Israel e'il vero Maestro, come dichiarato dallo stesso Isaac. Ormai ho letto quasi tutto e non voglio pensare a quando avro'finito i capolavori di questo grande morto troppo giovane.