Ciò che inferno non è

Roberto (30/12/2016) - Voto: 5/5
La storia di un uomo speciale,raccontata in maniera magistrale.
raffaella (05/09/2016) - Voto: 4/5
Bello..scritto in modo semplice e lineare...descrive gli sforzi di un sacerdote in una terra difficile e ostile che porterà alla sua morte..consigliatissimo
Luigi (20/07/2016) - Voto: 5/5
Un libro che mi è piaciuto molto. Da amante della letteratura e dell'arte non ho potuto resistere nel leggerlo. Qualvolta c'era una citazione, una frase letteraria, i miei occhi brillavano per il piacere. E' un fatto molto attuale e MAI scontato, presente nella quotidianità di ormai tutti. Avendo la stessa età del protagonista, mi sono immedesimato molto nei suoi panni; e lo dico con sincerità, quando si legge qualcosa che è molto vicina alla propria personalità non si può fare a meno che amarlo e immergersi nelle vicende trattate. Una piccolissima e insignificante (per me) pecca, è stata la scrittura un po' sempliciotta e già letta; fatto sta che sono sicuro che D'Avenia migliorerà con l'esperienza e ci regalerà altri capolavori come questo.
domenico (24/06/2016) - Voto: 5/5
Inizialmente un po contorto,ma leggendo leggendo scopri la letteratura,scopri l'amore per le lettere di D'avenia, sprazi di poesia mescolati a storie accadute,l'ho letto nel giro di quindici giorni,la scrittura non è fluida ma la prosa dello scrittore ti spinge a leggerlo. E'il primo libro che leggo di D'avenia e gli do un voto pieno trattandosi anche di una pagina di storia italiana,anzi siciliana,cio'che inferno non è,è l'amore.
cristina (26/02/2016) - Voto: 1/5
Un romanzo a mio parere inutile, si era già scritto tanto su questa pagina di storia della mafia e su questo grande prete; inoltre il film di Faenza aveva già fatto la sua parte. Ho trovato lo stile narrativo troppo appesantito dalle figure retoriche e da questo uso ossessivo della parola "inferno". Il vero inferno non lo si evoca scrivendone la parola ad ogni rigo ma suscitandolo con ben altre abilità immaginative. L'ho trovato molto ruffiano, così come la citazione di Calvino nel titolo. L'unica nota positiva che vi ho colto sono stati alcuni riferimenti alla storia dell'arte e all'architettura di Palermo, per altro scritti nella postilla finale.