Auschwitz. Ero il numero 220543

Cinzia (22/10/2012) - Voto: 2/5
uhm???? Sono perplessa riguardo a questo libro! C'è un non so chè di strano e che non mi torna. Premettendo che nutro un grandissimo rispetto per tutto ciò che la razza ebrea è stata costretta a vivere a causa di quel pazzo, destabilizzato di Hitler e per tutti coloro che per causa sua sono stati chiamati alle armi questo libro ha qualcosa di strano. Riconosco che è bene scritto, lo stile è molto sciolto e scorre via velocemente nonostante le atrocità raccontate ma mi sembra un po' strano che lui prigioniero e non ebreo abbia avuto tatuato sul braccio il numero 220543. Era inglese prigioniero! Dal titolo mi ero fissata in mente un disegno di storia diverso cioè che fosse lui, di sua spontanea volontà entrato nel campo di concentramento, invece si di sua spontanea volontà ha solo scambiato la sua identità con un prigioniero deportato ebreo. Due notti appena! Che ha visto in due notti????? Altro punto che mi ha lasciato dell'amaro in bocca è che per le prime 140/150 pagine lui ha parlato e raccontato solo la sua esperienza di guerra, non accennando per niente agli ebrei e ai loro destini. Pecca di narcisismo?l'esposizione dei fatti sono troppo concentrati su Denis, sul suo essere grande e forte. Non credo che sia un libro adatto testimoniare direttamente sul quel periodo. Non lo consigliere mi spiace.
Vivi (20/10/2012) - Voto: 3/5
Avey racconta, peccando talvolta di irritante vanagloria, la sua vita di soldato e successivamente di prigioniero di guerra destinato ai lavori forzati durante il secondo conflitto mondiale. Il quadro intimo e psicologico che ci si aspetta di apprendere dalla testimonianza di un ex recluso - Levi docet - in questo libro è approssimativo, mentre si lascia largo spazio agli aspetti pratici e materiali. Lo scambio di identità, tra l'altro brevissimo, fra Avey e un prigioniero ebreo per poter accedere al campo di sterminio di Auschwitz mi lascia perplessa. I miei dubbi oscillano fra la veridicità o meno di un gesto tanto assurdo quanto avventato. Il titolo è scandalosamente fuorviante e ingannevole, ma dovendone recensire il contenuto, lo considero un libro discreto che non può comunque rivaleggiare con il grande Levi.
Gondrano (09/08/2012) - Voto: 3/5
Il novantenne Avey racconta parte della propria vita in guerra e dopo, incluse le due volte in cui volontariamente scambiò la propria identità con un detenuto ebreo di Auschwitz III per verificare coi propri occhi se le voci che si sentivano fossero vere. Scoprì che era anche molto peggio. Testimonianza efficace e coinvolgente. Unica pecca: sebbene l'esperienza in Auschwitz sia stata di gran lunga più sconvolgente che trovarsi in mezzo ad un bombardamento, è stata breve, ed il libro racconta molto altro. Evidentemente, come evidenziato da altri, il titolo è stato imposto dalla casa editrice per vendere di più. Lettura consigliata.
Lunetta82 (12/07/2012) - Voto: 3/5
Concordo con le altre recensioni nell'affermare che il titolo del libro sia ingannevole. Il racconto clou sullo scambio avvenuto ad Auschwitz si è svolto in sole due notti e la prima parte in cui il protagonista racconta la sua esperienza da soldato britannico in guerra è lenta e poco incalzante. Più di una volta sono stata sul punto di abbandonare la lettura, sfiduciata dall'idea diversa che mi ero fatta nell'acquistare il libro. Ma poi, spinta dalla mia testardaggine a non lasciare mai le cose iniziate a metà, ho continuato la lettura fino in fondo e devo ammettere che alla fine il racconto ti lascia comunque un segno, derivante dalla testimonianza diretta di un uomo che seppur per poche ore ha vissuto tra i condannati allo sterminio, vedendo con i propri occhi quello che gli ebrei erano costretti a subire. E' un'esperienza che sicuramente ha cambiato la vita del protagonista e che sarebbe stata maggiormente apprezzata anche da noi lettori se il libro fosse stato presentato in maniera diversa. Reputo comunque il libro sufficiente in quanto contribuisce a tenere sempre acceso il ricordo sulla shoah e a non far dimenticare gli orrori commessi durante la seconda guerra mondiale nei campi di concentramento.
dani70 (13/05/2012) - Voto: 3/5
Sono d'accordo sul fatto che il titolo è ingannevole, perchè anch'io mi aspettavo una storia diversa. Anche secondo me è una lettura un po' lenta, specie all'inizio. Però mi sento di dare un voto discreto a questo libro, per rispetto verso il protagonista e per ammirazione verso il suo coraggio.