Norwegian wood. Tokyo blues

cristina (27/11/2018) - Voto: 2/5
Purtroppo l'ennesima delusione Murakami. Mi stupiscono i commenti entusiastici mentre mi ritrovo a pieno, parola per parola, nelle critiche qui esposte. Romanzo inutilmente lungo, noioso, con personaggi piatti che non fanno altro che fumare, bere ed ubriacarsi, camminare a vuoto per le strade, fare sesso occasionale (descritto in modo veramente ridicolo) e blaterare dei massimi sistemi della vita. Il tutto condito da continue citazioni musicali che hanno l'unico scopo, mi pare, di mostrare l'erudizione culturale di Murakami e la sua affiliazione occidentale. Molto brutto.
LS (23/09/2018) - Voto: 5/5
Norwegian Wood, edito in italia dalla Feltrinelli con il sottotitolo Tokyo Blues, protrae verso il lettore quel profumo di una Tokyo che viaggia verso il futuro. Si passa da un Giappone, puro e casto, dedito alle usanze e al buon costume dell'epoca delle Geishe, ad un Paese nuovo che corre verso il l'eccesso quasi fino a toccare od imitare la mitica città del peccato quale la famosa Las Vegas. Affacciandosi verso lo sfascio dei tabù, prima gelosamente conservati, si propone uno Stato nuovo, rinnovato, il contrario di quello che è sempre stato. Non c'è vergogna, nè giri di parole: è reale, puro. E' una vera è propria rivoluzione, certamente dopo il libro cardine di questo stile nuovo "Blu quasi trasparente" del 1976 scritto da (attenzione) un altro Murakami: Ryu. A distanza di 11 anni, si ripropone uno stile tanto criticato, definito al limite della letteratura erotica, ma è tutt'altro: le immagini presentate non sono affatto superficiali come ingannevolmente sono fatte apparire dalla durezza dei toni, c'è di più. I pensieri, le parole e i fatti toccano le corde dei sentimenti più profondi che il lettore sentirà come suoi in ogni personaggio in cui si identificherà. Il titolo Norwegian Wood, Noruwei no mori, fa riferimento alla canzone dei Beatles il cui eco viene sempre richiamato nel corso del romanzo. Il quale fu scritto dopo "Lucciole", racconto breve dal quale parte, che è possibile trovare in uno dei racconti della sua raccolta "I salici ciechi e la donna addormentata". Un'unica parola per descrivere il tutto: Autenticità
Andy (25/06/2016) - Voto: 5/5
Un libro davvero emozionante. Molti dialoghi mi hanno riportato ad episodi di vita vissuta, che tramite il sapiente utilizzo di immagini vivide hanno condotto il mio viaggio all'interno del libro verso tatuaggi sulla pelle che pensavo di non avere più. Emozione è la parola giusta per definire questo libro. È la prima volta che leggo Murakami, e sento di dover proseguire con qualche altro suo libro. Non comprendo tutti questi giudizi negativi. A me l'ambientazione anni sessanta è piaciuta, soprattutto il riferimento ai Beatles e al '68. Penso che il collegamento emotivo con la musica sia davvero notevole se pensiamo che la storia dei protagonisti ruoti attorno a forti e imponenti espressioni emozionali. E come meglio accompagnare tutto ciò se non con riferimenti musicali e letterali? Inoltre vorrei sottolineare un'altra cosa: molto spesso mi sono ritrovato 'spaesato', ma in senso positivo. Per via della differenza culturale captabile nello stile di vita e in certi atteggiamenti dei personaggi. Ma questo è stato incredilmente bello. Perché insieme alle superbe descrizioni dell'ambiente, tutto ciò ha contribuito a creare un'atmosfera sognante e meravigliosa. Consigliato.
stefanM (03/04/2016) - Voto: 1/5
Troppe cose non mi sono piaciute del libro: il riferimento del pozzo iniziale, ad esempio (che poteva essere invece un elemento interessante e poetico), cosa voleva significare, visto che non è stato più ripreso? I dialoghi sono molto ripetitivi e hanno un linguaggio banalissimo. Gratuite, forzate e stucchevoli le descrizioni sulle scene di sesso; i personaggi, a parte Naiko, sono tutti 'uguali': ossessionati dalla morte, dal sesso e tutti logorroici. Esagerato e ripetitivo il riferimento alle canzoni e alla musica: abbiamo capito che all'autore gli piacciono i Beatles (!) ma è anche un 'grande esperto' di Jazz e classica. Fastidioso il puntualizzare OGNI sigaretta accesa dai protagonisti: farà parte dello 'stile' dell'autore anche questo ? Anche il finale è brutto. L'accostamento con altri libri come "Il giovane Holden' mi pare proprio fuori luogo.
Monica (07/04/2015) - Voto: 4/5
Molto bello e coinvolgente, è stato un piacere leggerlo. Metto quattro stelle perché è finito troppo in fretta.