Lacci

RGio (11/05/2020) - Voto: 5/5
Un bel libro. Racchiude una bella analisi sulla difficoltà di tener uniti i rapporti con una differenza di visione. Senza un vero eroe e un anti-eroe nell' equilibrio instabile della coniugalità
Anto (11/05/2020) - Voto: 4/5
Aldo e Vanda si sono sposati negli anni '60 quando erano ancora molto giovani, un po' per desiderio d'indipendenza e un po' per cercare di creare la famiglia tipo, quella in cui i legami rimangono forti per tutta la vita. Ma la realtà è diversa dai sogni e dalle speranze! Ad un certo punto Aldo si innamora di una giovane studentessa, vuole vivere questo nuovo ed improvviso sentimento senza il laccio che lo lega alla famiglia. Per quattro lunghi anni si trascina questa situazione di incertezza: mentre Vanda si dispera e recrimina, Aldo si divide tra Napoli e Roma per continuare a frequentare i figli, ma questi man mano diventano degli estranei dai quali è più facile allontanarsi. Poi il senso di colpa e la fine della storia con l'amante fanno sì che l'uomo ritorni in famiglia e ci resti. Si riprende la routine e questa routine dura per altri 30 anni. Ma non è una famiglia, è solo un insieme di persone che stanno nella stessa casa, che non si capiscono, che cercano di stare insieme per abitudine, senza un affetto sincero a legarli e soprattutto tanti silenzi e segreti a dividerli ancora e ancora... Questa storia è raccontata da tre voci diverse. Inizia Vanda che, nel culmine della crisi familiare soffre e accusa; si prosegue poi con il racconto di Aldo che ricorda e rimpiange l'amore perduto ed infine i due figli, ormai adulti e scombinati che non hanno imparato ad amare, ma solo a fingere. Un bel libro, che trasmette, però, un senso di claustrofobia, una mancanza di libertà rimpianta da tutti i protagonisti che si ostinano a perseverare nell'errore e a rimanere passivi di fronte ai lacci che imbrigliano le loro vite.
cecilia (22/03/2020) - Voto: 4/5
Un libro sull’infelicita’ che ci procuriamo e procuriamo agli altri. Un libro spietato, dove i protagonisti dei “tre libri” sono tutti sgradevoli e antipatici. Sono sfinita!
Valentina (20/09/2019) - Voto: 3/5
Che senso ha pretendere che una persona rimanga legata a noi anche quando non ci vuole? Che senso ha pretendere che una persona ci dimostri il suo affetto con una presenza fissa, se ciò può portare solo ad odiarsi? Con questa storia, Starnone ci fa sentire tre diverse campane, tre (anzi quattro) diversi punti di vista della stessa situazione. E tutte queste campane suonano intonate. Perché hanno tutti ragione. E tutte queste campane suonano stonante. Perché hanno tutti sbagliato qualcosa. Aldo ha sbagliato a tradire Vanda. Vanda ha sbagliato a pretendere che Aldo tornasse sui suoi passi. Aldo ha sbagliato a non accettare le conseguenze delle sue azioni e a tornare, vigliaccamente, indietro sui suoi passi. Vanda ha sbagliato a non proteggere se stessa e i suoi figli dalle sue angosce. Sandro e Anna, i figli, hanno sbagliato percorso. Hanno reagito nel modo sbagliato. Hanno tratto le conclusioni sbagliate. Ma di questo, loro, non hanno colpa. Sebbene io non abbia apprezzato nè la storia nè i personaggi (neanche uno - forse solo Labes), ho divorato questo romanzo in una manciata di ore. Questo vuol dire solo una cosa: la storia può essere anche brutta ma Starnone la sa raccontare
Laura (08/06/2017) - Voto: 4/5
Questo libro mi ha fatto riflettere sul fatto che siamo dei nostri figli, mariti, mogli, lavoro, tempo che rimane per fare tutto il resto che crediamo necessario dover fare. Però uno spazio solo per se stessi, sono sempre più convinta che sia giusto ritargliaselo. Perché altrimenti rimani attorcigliato in una rete che ti trascina, con i suoi giorni, anni. Poi i figli crescono, vanno lontano, una telefonata ed è tutto ciò che ti possono dare. Di coppie formate dalle persone veramente giuste l'una per l'altra, le due metà che il destino ha fatto incontrare e sposare, ne vedo gran poche. Vedo invece che è una fatica un po' per tutti in questi tempi . Pensare di portare avanti un matrimonio, per la paura di trascorrere una vecchiaia in solitudine....in fin dei conti è anche questo forse che lo fa andare avanti. Però poi il destino può riservare mille sorprese...una malattia, un evento improvviso e tragico ......o lunghi anni più o meno sereni....nessuno lo può sapere. Ho ancora davanti agli occhi i motociclisti che solo qualche settimana fa mi superavano mentre ero in colonna, io al ritorno dal mare, loro al ritorno dopo un'allegra giornata al motoraduno. E uno di loro, dopo qualche minuto, in un attimo, non sarebbe più esistito. E lo stesso giorno, la morte di Hayden, cadendo durante un banalissimo giro in bici. Quindi, è giusto sacrificarsi completamente in nome di un futuro che non si sa cosa ci riserverà? Credo di no, perché, senza far del male a nessuno, la vita è nostra. E se si ha la fortuna, perché di questo si tratta, di incontrare una persona che, dal nostro interno più sincero, sentiamo essere molto speciale...in qualche modo è giusto vivere...qualunque sia il compromesso da raggiungere con se stessi. Anche portando con sé per sempre questo segreto.