Serenata senza nome. Notturno per il commissario Ricciardi

val (16/05/2020) - Voto: 5/5
Mi rendo conto di essere ripetitivo quando recensisco i libri di Maurizio De Giovanni, ma, al di là delle singole storie, peraltro valide, apprezzo tantissimo il suo modo di scrivere. Riesce a comunicarmi i sentimenti dei personaggi e non è che mi succeda sovente con gli altri autori. Apprezzo anche i Bastardi di Pizzofalcone, ma il Commissario Ricciardi è veramente unico. Se avete intenzione di leggere questo autore iniziate però dal primo libro della serie. Oltre alla storia principale, che ha un inizio e fine, c'è anche un filo conduttore con le storie dei vari personaggi ricorrenti.
silvy (16/05/2020) - Voto: 5/5
La storia poliziesca è bella e ben raccontata (più di altre precedenti) e l'idea di agganciare il racconto ad una vecchia canzone napoletana risulta piacevolmente curiosa, per cui il libro è sempre molto godibile, anche se per il mio palato c'è sempre un piccolo velo di retorica in eccesso (che con piacere non ritrovo tra i Bastardi di Pizzofalcone). Una lettura comunque sempre molto godibile, tanto più ora che nella telenovela del triangolo amoroso Ricciardi/Livia/Enrica si aggiunge il nuovo ed affascinante personaggio di Bianca, a complicare le incertezze amorose del nostro commissario.
serefin (16/05/2020) - Voto: 5/5
Devo dire che ho letto tutti i libri gialli di De Giovanni, sia la serie di Pizzofalcone che quella del Commissario Ricciardi, cui appartiene quest'ultimo libro e, come sempre, non mi ha deluso. La caratterizzazione dei personaggi è ben fatta e approfondita, la vicenda "gialla" è sempre particolare, l'ambientazione storica (siamo nel periodo degli inizi del fascismo) è accurata così' come la specifica realtà della città di Napoli. All'indagine si accompagnano le vicende personali dei personaggi principali e si rimane sempre col fiato sospeso per vedere a che cosa porteranno. Devo aggiungere che lo stile di scrittura è curato ed elegante. Non solo un giallo, ma un romanzo a pieno titolo!
STEO (16/05/2020) - Voto: 5/5
Nono romanzo della serie dedicata a Ricciardi, "Serenata senza nome. Notturno per il commissario Ricciardi", pubblicato da Einaudi nella collana Stile Libero Big, ci riporta nella Napoli dei primi anni Trenta, alle prese con le indagini del commissario della Regia polizia che vede i morti. Ormai la fama di de Giovanni ha abbondantemente varcato l’Oceano, e forse proprio in omaggio ai suoi nuovi lettori americani ha costruito questa volta una storia di emigrazione, di povertà, di amore, di speranza. Una storia che si inserisce nella poetica ricciardiana, con la consueta malinconia che aggiunge tocchi vintage a noir solidi e nello stesso tempo caratterizzati da una scrittura lieve e essenziale, a tratti familiare.
savi (16/05/2020) - Voto: 5/5
Questa volta, rispetto ad altri romanzi letti della stessa serie (Ricciardi) non riuscivo a proseguire: troppi intrecci da seguire, là dentro sotto la pioggia, e io avevo ormai fastidio verso quest’uomo (questi uomini? Di allora e forse anche di oggi?) che non si decidono mai: lui, il commissario, a causa del freno dovuto a una condizione (psicologica? psichiatrica? magica? comunque fatale) detta ‘il fatto’, e che i lettori conoscono già (vede e sente le vittime di morte violenta), e anche quel benedetto pugile… E poi eccola là, la pagina risolutiva che ha cambiato il mio giudizio: Maione, un suo ricordo d’infanzia, la maestra, l’amico di un tempo oggi delinquente, e il gesto di levarsi il berretto, per mostrare rispetto. Uno scrittore che sa scrivere quella pagina!