I Medici. Una regina al potere

Giorgio Santinelli (25/08/2017) - Voto: 2/5
Ho scelto di acquistare questo romanzo dopo aver letto i precedenti testi della trilogia ( "I Medici- una dinastia al potere" e "I Medici- un uomo al potere"), sperando in un libro della medesima qualità. Ahimè, mi è dispiaciuto constatare di come il romanzo in considerazione non sia al livello dei primi due. Anzitutto, voglio segnalare che avrei preferito una trama radicata nella città dei Medici, Firenze, chessó, magari con protagonista Cosimo I, personaggio altrettanto ricco di sfaccettature. Secondo me, la scelta di narrare la storia di Caterina, regina di Francia, ha rappresentato un errore per la trilogia, poichè ha isolato il testo dai primi due, smembrandone l'insieme. Sempre da rimproverare alla trama, segnalerei di come, sebbene Cosimo e Lorenzo il Magnifico siano gli indiscussi protagonisti dei primi due libri, Caterina, specie durante la prima parte del romanzo, appaia come un personaggio fra i tanti, avente difficoltà ad emergere: solo dopo la morte del marito, Enrico, Caterina è protagonista indiscussa! Il romanzo, in ogni caso, presenta dei buoni aspetti: una descrizione accurata dei luoghi, o ancora l'osservazione psicologica della regina, del dramma di non riuscire ad allontanare il re dalla sua favorita, Diana di Poitiers... Purtroppo peró, verso la fine del testo, un altro passo mi ha tristemente deluso: la notte di San Bartolomeo. La descrizione di questa terribile pagina della storia mi è apparsa sensibilmente fredda, lontana dal pathos emotivo che aveva contraddistinto la Congiura dei Pazzi, narrata nel secondo libro... Avrei immaginato scene drammatiche, magari con protagonisti i tanti, troppi innocenti uccisi durante quella triste giornata. È stato un peccato che, una trilogia così avvincente, non abbia avuto un finale degno dei primi due testi.
Raffaella Bianchi (30/06/2017) - Voto: 4/5
Matteo Strukul, con l’ultimo capitolo della trilogia dedicata ai Medici, ci regala un ritratto a tutto tondo di Caterina, regina consorte di Enrico II di Francia e regina alla morte del marito.La figura di Caterina è circondata da un alone maledetto, a partire dalla sua responsabilità per il massacro degli Ugonotti nella Notte di San Bartolomeo. Nel romanzo seguiamo la profonda trasformazione e maturazione, nel bene e nel male, di questo straordinario personaggio. Rimasta orfana di entrambi i genitori appena nata, Caterina arriva giovanissima alla corte reale di Francia per sposare Enrico duca d’Orleans, secondogenito del re Francesco I. Caterina avrà all’inizio solo la protezione del re, che aveva voluto fortemente quel matrimonio per riallacciare i rapporti con papa Clemente VII, della famiglia dei Medici. Come italiana e della famiglia Medici, Caterina subisce da subito i pregiudizi dei francesi e prova l’amarezza di vedere il marito Enrico preferirle per decenni l’amante Diana di Poitiers. Caterina per dieci anni non riesce ad avere figli, e rischia di essere ripudiata: per questo fa cercare a lungo Nostradamus. Le pagine che ci raccontano gli incontri fra Caterina e questo personaggio terribile e affascinante, sono fra le più interessanti del romanzo. Caterina, grazie alle arti magiche di Nostradamus, non solo riesce a dare un erede a Enrico, Francesco II, ma mette al mondo altri nove figli, di cui sette sopravvivono e altri muoiono giovanissimi. La figura di Caterina come moglie e madre è complessa e ambigua, e l’autore è bravo nel mostrarci entrambi i lati della medaglia. Umiliata da Enrico II, che non solo le preferisce come amante Diana di Poitiers, ma da quest’ultima si lascia anche influenzare politicamente, rimane sempre innamorata del marito. Quando Enrico II muore in una giostra, Caterina si chiude nel dolore e indossa abiti neri anziché bianchi per il lutto. L’autore ci fa provare empatia per una donna complessa, forte ma vulnerabile nel contempo.
Laura Z. (20/06/2017) - Voto: 5/5
La storia di Caterina è stata quella che mi ha commossa di più all'interno della trilogia medicea di Strukul. La forza di questa donna benvoluta da pochi è stato un inno a tutte le donne tradite e trattate con poco rispetto a causa, per lo più, della mancata bellezza esteriore. Ho trovato estremamente curiosa la presenza di Nostradamus, di cui sapevo ben poco. In generale, ho apprezzato molto lo stile semplice e scorrevole di Strukul perché, sebbene sia stato criticato da molti e considerato "piatto" o "semplicistico", a mio giudizio ha avuto il merito di avvicinare un pubblico di lettori ben più ampio del solito al genere storico. Il che non è un atto di furbizia, ma un talento e una capacità che vanno riconosciuti all'autore. E' giusto che la storia venga narrata, affrontata e spiegata anche in modo tale che chiunque possa apprezzarla e Strukul ha fatto proprio questo. Dico ciò, senza peraltro volerne sminuire la bravura, dal momento che la conoscenza linguistica e le competenze da lui sfoggiate nei tre romanzi rispecchiano pienamente l'epoca trattata.
andrea (13/03/2017) - Voto: 4/5
Discretamente interessante,ma troppo frammentario e con i soliti strafalcioni botanici (si cita l'eucalipto che sarebbe arrivato dall'Australia due secoli dopo e la dalia ,i cui semi giunsero in Europa dal Messico nel 1615,ma la cui coltura si sviluppò nel XVIII secolo).Un minimo di attenzione ai particolari farebbe piacere,anche perchè ritengo che i testi siano controllati,o no?
Attilio Alessandro Bollini (19/01/2017) - Voto: 2/5
Un po' meglio rispetto agli altri due ma il trend è quello: una tesina da scuola media superiore su argomenti straconosciuti senza un briciolo di ricerca storica e senza soprattutto la zampata del grande romanziere. Eccedono sempre gli argomenti erotici che sono inseriti per captatio benevolentiae. Mi sono spiegato? (frase che ricorre di sovente nel testo di Stokul)