Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni

Gianfranco (30/03/2010) - Voto: 5/5
Un ottimo testo, metodologicamente rigoroso ma al tempo stesso accessibile, che spiega come le differenze di sviluppo tra i popoli siano imputabili alle condizioni ambientali e alle risorse disponibili. Senza cadere in una logica totalmente deterministica, aiuta a comprendere le linee di tendenza che stanno dietro alla storia recente e antica. Lo consiglio vivamente.
gianni (15/03/2010) - Voto: 5/5
Bellissimo saggio, avvincente come e più di un romanzo. L’autore in queste circa quattrocento pagine spiega ai non addetti ai lavori il perché nel mondo si siano avuti tassi di progresso così differenziati, al punto da portare i popoli europei a conquistare un po’ tutto il mondo; mentre invece altri popoli (africani, papuani, ecc…) siano rimasti al palo. Ovviamente il libro sgombra il campo da ogni tentazione razzista, mentre individua come responsabile una combinazione di effetti geografici e biologici (intesi nel senso di presenza di specie animali e vegetali domesticabili). Quindi per avere la nascita di civiltà più complesse, rispetto alle semplici tribù, è necessaria la scoperta dell’agricoltura e della pastorizia, in modo da poter avere un surplus alimentare. Aumenta in questo modo la densità di popolazione; si sviluppano epidemie a partire da malattie trasmesse dagli animali agli uomini, ma anche resistenze agli agenti patogeni. La scoperta poi del ferro e della sua metallurgia ha portato poi alcuni popoli a scoprire l’acciaio e quindi a sviluppare armi più efficaci. Tutti questi fattori sono stati presenti nello sviluppo dell’uomo in eurasia mentre alcuni o tutti questi fattori sono mancati in altre regioni del globo (vedi ad esempio l’Australia). L’esposizione dell’autore è molto convincente e le tesi che propone sono molto ragionevoli. Bel libro, da leggere.
bellatrix (24/02/2010) - Voto: 4/5
Un libro dagli spunti interessanti di riflessione. Qui sono messi in collegamento fatti ed eventi che solo apparentemente sono estranei all'evoluzione della storia umana. Siamo troppo spesso abituati a vedere la storia solo come una sequenza di guerre e rivoluzioni fatte da uomini. Invece anche altri eventi non legati alla decisione volontaria dei re e dei potenti, come le malattie, possono indirizzare la storia a favore di un popolo o di un'altro. Lo stesso approccio, ma in termini di storia dell'economia di Carlo Cipolla. Interessante anche se non troppo ortodosso (importa?).
m@rco (19/05/2009) - Voto: 5/5
Assolutamente il mio libro preferito e che consiglierei spassionatamente a tutti quelli che si sono chiesti almeno una volta nella vita perchè la storia è sempre stata dominata dagli Europei. Diamond spiega che semplicemente il mondo attuale è il risultato più probabile una volta che si conoscono le condizioni di partenza delle varie popolazioni.
Marco (25/04/2009) - Voto: 4/5
Bello e interessante. Mi ha dato nozioni che proprio non avevo. Solo qualche perplessità. l'autore parte dal presupposto che la tesi razziale (la superiorità biologica) sia errata, e la confuta con un sacco di dati volti a spiegare le differenze con fattori non biologici. Ma perchè non porta mai dati diretti sulla questione stessa. Sarebbe stato interessante vedere come li guistificava.