L' ultima traccia

paola (29/11/2009) - Voto: 5/5
La solita bravura dell'autrice non si smentisce mai, scritto benissimo, scorrevolissimo, si legge tutto d'un fiato, molto bella la descrizione dei personaggi, consigliabilissimo
Luca (19/11/2009) - Voto: 1/5
Pur non approvando l'inserimento da parte di Pia di parecchi elementi "sorpresa" di un libro già di suo prolisso e noioso (Pia, che ne dici di lasciare almeno qualche curiosità a chi legge i tuoi commenti?), ne condivido assolutamente il giudizio. Non conosco altri romanzi dell'autrice, ma penso che ciò non accadrà, considerando l'esperienza de "L'ultima traccia". La trama è farraginosa, le descrizioni pedanti e l'accadere degli eventi è forzato. Anche l'impostazione sulla falsariga di una sceneggiatura televisiva zoppica.
Larlib (18/05/2009) - Voto: 5/5
Assolutamente la solita Link! Davvero bravissima come sempre. Ecco, l'unica cosa è che, per chi ha letto tutti i suoi libri, magari ti viene un po' da dire che è un po' proprio troppo uguale a tutti gli altri, come sviluppi, trame, modi di portare avanti la storia... Per chi non ne ha mai letto uno, questo è fantastico! Ma vale la pena anche per chi li ha letti tutti. A me cmq è piaciuto moltissimo! Quando credi di aver capito qualcosa, ti ribalta tutto! Davvero bravissima. Come sempre.
Francesca (11/05/2009) - Voto: 5/5
Bellissimo dalla prima all'ultima pagina, trama avvicente, personaggi ben tratteggiati: assolutamente la solita Charlotte di sempre.... e dire che mi stavo quasi lasciando influenzare dal commento precedente e stavo per non comprarlo: che errore avrei fatto !!!
pia (22/04/2009) - Voto: 1/5
Ho letto, e con grande piacere, tutti i libri di Charlotte Link. E questo? C'è da dubitare che sia effettivamente suo. Una protagonista, Rosanna, assolutamente improbabile (e, se probabile, del tutto insopportabile): senza spessore, vaga, superficiale, noiosa, annoiata, sconcertante. Un protagonista, Marc, il cui unico merito consiste nell'avere il garbo di eclissarsi, alla fine del libro, con pretesa eleganza: chi scriveva non sapeva,evidentemente, cosa farne.Una serie di personaggi di contorno assolutamente banali e banalmente trattati, secondo stereotipi e clichés triti e ritriti: il disabile incattivito, , il figliastro ribelle, la ragazza-madre con i sensi di colpa, il padre-vedovo quasi inconsolabile, il fratello ondivago e inconcludente, lo sfruttatore bestiale ed ottuso, la prostituta candida come un giglio, il marito ingannato, il datore di lavoro singolarmente, e non realisticamente, propenso a mantenere per settimane in alberghi a 5 stelle dipendenti che non fanno nulla e via discorrendo: da tutti ti aspetti che facciano quel che in realtà fanno, secondo i citati clichés, e molto spesso questo fare si riduce a nulla. Rosanna intreccia una storia d'amore, del tutto prevedibile, di una freddezza e di una pateticità rara, di cui assume quotidianamente dosi con lo stesso entusiasmo con cui si deve assumere un medicinale particolarmente disgustoso, mentre forse lascia il marito, ma forse no, forse lascia il lavoro, ma forse no, forse lascia il figliastro, ma forse no. Pathos uguale a zero, prevedibilità assoluta, lingua povera, idee nulle, pensiero inesistente. Ripeto: non può averlo scritto lei!