Veleno. Una storia vera

Agnese (04/09/2020) - Voto: 5/5
Osserviamo quella piccola goccia corrompere e infine distruggere: una goccia di veleno. Poche frasi di un bambino, alcuni comportamenti ritenuti strani ed ecco delinearsi una storia nerissima fatta di accuse di pedofilia, riti satanici notturni ed anche uccisioni. Quasi irreale; eppure tra il 1997 e il 1998 in due paesi della Bassa Modenese questa tragica vicenda ha devastato intere famiglie. Nessuno poteva ritenersi al sicuro, né familiari né conoscenti, mentre il numero dei bambini coinvolti cresceva e cresceva. Domande e sospetti e dubbi, gli stessi che abbiamo noi oggi. Cerchiamo quindi di capire chi ha davvero versato la prima goccia di veleno, lasciandoci guidare nell'indagine dal giornalista Pablo Trincia che è coraggiosamente sprofondato nell'orrore e nel dolore di questo caso giudiziario italiano.
Beatrice (03/09/2020) - Voto: 5/5
“Veleno” è un esempio di giornalismo nella sua accezione più nobile, quello volto a smuovere le coscienze e a incidere nella società in cui viviamo. Grazie al suo meticoloso lavoro di indagine tra testimoni, video e carte giudiziarie, Pablo Trincia è riuscito a riportare alla luce una vicenda sconosciuta ai più, a ristabilire la verità dei fatti restituendo l’onore alle persone ingiustamente accusate di crimini odiosi, a far riaprire i processi che hanno visto condannati individui quasi certamente innocenti e in alcuni casi a permettere la riunificazione di famiglie distrutte. “Veleno” è un libro che tutti dovrebbero leggere e tenere a mente, affinché non riaccadano mai più simili ingiustizie. È un testo interessante anche perché pone importanti interrogativi su diverse questioni cruciali, come la memoria e il falso ricordo, l’effetto plagio che può scatenarsi in soggetti fragili e suggestionabili, la facilità con cui si innescano psicosi di massa e cacce alle streghe, la necessità di rapportarsi all’imputato non come se fosse colpevole fino a prova contraria, ma innocente. Con uno stile diretto e coinvolgente, capace di tenere il lettore attaccato alle pagine fino alla fine, il racconto dei fatti si dipana in tutto il suo orrore, provocando sentimenti che vanno dalla rabbia allo sgomento alla compassione per le tante vittime rimaste indelebilmente segnate da quei tristi eventi. Il libro, però, nel finale lascia baluginare uno spiraglio di luce in mezzo alle tenebre fitte di una vicenda caratterizzata da famiglie distrutte, suicidi, condanne di innocenti, bambini con falsi ricordi di esperienze terribili mai vissute. Trincia chiude la sua inchiesta con una nota di speranza. Per tutto il tempo delle sue indagini la domanda più pressante che tornava sempre era: davvero è tanto facile spezzare un legame così profondo come quello tra genitore e figlio o tra fratelli? La risposta la si trova nel commovente finale, che farà piangere più di un animo sensibile.
Andrea Turco (03/09/2020) - Voto: 5/5
Non si può cominciare a recensire questo libro senza fare riferimento all'omonimo podcast che ha rivoluzionato il genere in Italia e ha finalmente portato, anche da noi, attenzione e cura professionale per il formato audio. Pare di sentirlo, Trincia, mentre legge i passaggi più intricati di una vicenda sconvolgente e sconfortante, come spesso è la cronaca nera. E in questi tempi senza memoria è davvero lodevole il notevole sfarzo fatto - tra atti giudiziari,interrogatori, interviste, esplorazioni dei luoghi - che ha consentito di riesumare (è proprio il caso di dirlo) una vicenda che è ambientata nel Modenese ma potrebbe tranquillamente provenire da una qualsiasi provincia. Di bambini strappati ai genitori naturali, di controversi affidamenti, di presunti riti satanici si è a lungo discusso - non solo nel nostro Paese ma anche negli Usa, ad esempio - tra talk show col gusto del sangue e spettatori con la bava alla bocca. C'è tutto, nella storia dei presunti Diavoli della bassa Emilia, per attirare le più morbosi attenzioni: ci sono bambini, spesso poveri, che descrivono dettagliamente macabri riti avvenuti nei cimiteri della zona; ci sono insospettabili orchi con la tonaca e oscure logge che manovrano l'orrore quotidiano, all'insaputa di tutti; ci sono vite spezzate, ferite mai rimarginate, domande senza risposta. Pablo Trincia, invece, si muove con cautela e passione, maneggia il dolore con grazia, riesce a indirizzare l'inevitabile indignazione in un racconto corale e analitico, sempre lucido, potente. Mette a confronto le varie versioni che si succedono in un arco temporale lungo 20 anni, sottoponendole al più rigoroso fat-checking. Soprattutto, si immerge e immerge il lettore in un mare putrido dove l'obiettivo in fondo non è giudicare ma capire. Perché quel che conta è che sia una storia vera, come recita il sottotitolo del libro. Un tuffo "a sangue freddo", per citare il capolavoro di Truman Capote che Veleno richiama, per stile e compattezza narrativa.
Francescacenerelli (03/09/2020) - Voto: 5/5
Adoro lo stile asciutto e senza fronzoli di Trincia. Raccontare una storia complicata (e delicata) senza cadere nel pietismo, senza l'esagerazione del macabro, è difficilissimo. Il libro è utile per comprendere le vicende oscure di bambini e di classi sociali deboli, di assistenti sociali e di famiglie normali, accadute nel basso modenese, ma anche per sapere che il giornalismo sincero, scritto con talento, esiste ancora.
Allievo 1 (03/09/2020) - Voto: 5/5
Questo libro mi ha molto colpito, un fatto di cronaca che assume le vesti di un romanzo e tocca i più intimi pensieri e le più grosse paure di una persona. La fragilità, la psiche di bambini in formazione per sempre portata via da agenti esterni che tolgono la vita pur senza uccidere. Il libro lascia l'amaro in bocca e non si può spiegare se non con le parole dell'autore. Consigliatissimo Utile anche per ricostruire un pezzo di storia degli anni 90 che non deve essere dimenticata. Copertina voto 7