La setta degli angeli

giorgio g (16/12/2011) - Voto: 5/5
Come definire questo libro? Romanzo storico no, perché molta parte è lasciata alla creatività dell'autore; opera di fantasia no, perché Camilleri ha preso spunto da un episodio purtroppo avvenuto oltre un secolo fa in un paesino della Sicilia. Lo definirei un piccolo gioiello perché - a parte l'episodio, di per sé spiacevole, che ha dato l'occasione per narrare la storia - è l'ambiente del piccolo paese (l palazzi padronali, il circolo, le chiese, la stazione dei carabinieri) con i suoi personaggi (i nobili, i borghesi, i preti, i popolani, i carabinieri) ad affascinarci. Non mancano poi gli eroi della vicenda: l'integerrimo avvocato e giornalista che, ci avverte l'autore, è realmente esistito e che nel romanzo è indicato con il suo vero nome ed il capitano dei carabinieri, naturalmente piemontese, che porta il suo rigore e la sua sabauda fedeltà in un mondo così diverso. In complesso, un lettura più che piacevole, più che consigliabile. Lunga vita ad Andrea Camilleri!
Piero Giombi (30/11/2011) - Voto: 5/5
Troppo bello. Mostra i tipici difetti degli italiani: prima idolatriamo Craxi, che ci ricopre di debiti e ruba a man bassa, poi lo sostituiamo col frequentatore delle escort Berlusconi, ospite abituale di Palazzo di Giustizia. Risultato: l'Italia è talmente piena di guai che nessuno ha il coraggio di fare il Primo Ministro, neppure Di Pietro, che aveva denunciato il malgoverno. Ci siamo affidati a Monti, mai eletto da nessuno, perché non sappiamo governarci. Siamo peggio di certi popoli primitivi del Terzo Mondo.
marcello (06/11/2011) - Voto: 3/5
Solita Camillereide si beve tutto d'un fiato e se ne apprezza una certa arguzia.Cosa dire? Certamente non dei migliori ma ormai il clichè è risaputo e se lo si legge già se ne prevede la pasta di cui è fatto. Molto meglio comunque dei Montalbano
Claudio S. (03/11/2011) - Voto: 5/5
Letteralmente bruciato, tanto era la voglia di leggerlo. Un romanzo/inchiesta con qualche aggancio al presente (le minorenni, gli avvocaticchi al servizio dei potenti)e alla parte di clero infetta, riscattata dalla santità del prete sano e integro. Struggente il finale con il Teresi che volta pagina alla sua vita e diventa artefice del suo destino lontano da ipocrisie, condizionamenti, calcoli di convenienza in una Sicilia ancora feudale (tutti mali sono iniziati con la "rivoluzioni francisa" ripete un centenario e rintronato nobilotto). Se nel cassetto ci sono ancora opere di questo livello, caro Maestro, le attendiamo con malcelata ansia.
claudio (24/10/2011) - Voto: 5/5
Come al solito si legge in un amen. Il linguaggio, anche se i fatti riguardano più di cento anni fa, è sempre lo stesso di Montalbano e i suoi coprotagonisti. Ma va bene lo stesso. Romanzo godibile, non so se fra i migliori di Camilleri, ma a questo punto probabilmente sarebbe ora che rallentasse molto la produzione o addirittura la finisse.